"Discopub Martesana". Residenti esasperati chiedono la recinzione

Il parco è assediato da 300 sudamericani. "Da aprile a ottobre è caos fino all'alba"

"Discopub Martesana". Residenti esasperati chiedono la recinzione

«Discopub Martesana». Stereo, mixer, luci stroboscopiche, carrelli pieni di alcolici e cibo, bombole del gas per friggere in non stop e alle 5 o 6 del mattino - quando la finisce la festa - cumuli di rifiuti e «bisogni» ovunque, «il parco e le vie limitrofe sono un gabinetto a cielo aperto». Il Comitato Insieme per una MarteSana lunedì scorso è arrivato a Palazzo Marino per consegnare una lettera indirizzata al sindaco Beppe Sala («l'abbiamo lasciata alla vice Anna Scavuzzo» riferisce la portavoce Michela Paulon. Le hanno provate tutte («abbiamo scritto anche al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese»), mandano settimanalmente resoconti - anche fotografici - a prefetto, vigili, forze dell'ordine ma «non stanno intervenendo, c'è uno scaricabarile e noi non ne possiamo più». Il riassunto della situazione: i residenti denunciano gli assembramenti di 200/300 sudamericani che trasformano il parco Martesana in un locale abusivo, «da aprile a luglio dal venerdì alla domenica e ad agosto tutte le sere, poi tornano al weekend lungo fino a fine ottobre», quando fortunatamente almeno il freddo restituisce il sonno a chi abita nei paraggi. «Vendono cibo illegalmente, fanno gioco d'azzardo, rimangono a fare festa con la musica a palla fino alle 5 del mattino» riferisce Paulon. Si sono «anche geolocalizzati per poter vendere abusivamente», c'è la segnalazione on line «barbecue» con la posizione esatta da raggiungere. I vigili? «Una pattuglia è anche presente fino a una certa ora, ma non li fermano neanche quando portano all'interno le bombole di gas, quindi si sentono autorizzati a fare qualunque cosa». Ci sono stati casi di risse violente, con l'intervento questa volta sì di forze dell'ordine e ambulanze, e «i vigili hanno tolto di mano la mannaia a sudamericani ubriachi che la usavano per rompere il ghiaccio». Soluzioni? «La polizia locale deve coglierli sul fatto, sequestrare la merce e chiudere il parco alle 22».

Il consigliere della Lega Samuele Piscina ricorda che l'aula in fase di Bilancio ha «già stanziato 70mila euro sui 300mila che sono necessari per chiudere con una cancellata tutto il parco, ora la rete c'è solo su due lati ed è ammalorata, continuano a danneggiarla. Il vero problema è nelle ore notturne, la recinzione serve a impedire che accedano dopo l'orario di chiusura quindi il Comune trovi i fondi e intervenga. É evidente che la sola presenza dei ghisa è inutile e scoraggia i cittadini».

Situazione critica anche ai giardini di largo Marinai d'Italia, «sono un rifugio di disperati, spesso aggressivi» denuncia il consigliere FdI Francesco Rocca.

E aggiunge un'altra zona franca nel quartiere Ponte Lambro, il parco Vittorini, «nato dopo l'abbattimento dell'ecomostro di Italia '90 e occupato da spacciatori magrebini che si dividono l'area verde a colpi di bottiglie di vetro e coltelli».

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