«Disobbedienza pronta I sindaci spenderanno i 6 miliardi nei cassetti»

«Disobbedienza pronta I sindaci spenderanno i 6 miliardi nei cassetti»

Racconta Matteo Salvini di aver ricevuto una telefonata incendiaria da un sindaco del centrosinistra della provincia di Milano («ma non posso dire quale, altrimenti se lo mangiano»). Oggetto della conversazione: la ribellione dei primi cittadini contro il patto di stabilità che impedisce ai Comuni di spendere i soldi risparmiati che hanno in cassa. «Mi ha detto: “Siamo pronti, muovetevi voi perché noi abbiamo le mani legate con il premier del Pd. Così proveremo noi della Lega a guidare la truppa» annuncia il segretario della Lega lombarda, battagliero come di consueto.
A Pontida ha parlato di un atto di disobbedienza: spendere i soldi in cassa anche se è vietato. I sindaci leghisti sono pronti?
«I sindaci della Lega sono pronti da ieri... Ma noi non vogliamo solo i sindaci della Lega, puntiamo a mettere insieme tutti i sindaci della Lombardia e a coinvolgere tutti: sindacati, Confcommercio. Abbiamo 6 miliardi nel cassetto e non abbiamo le chiavi del cassetto. È assurdo».
Violare il patto di stabilità non è una soluzione illegale?
«È l'ultima carta che rimane ai sindaci che vogliono fare i sindaci. Ormai non sanno più che inventarsi, oltre Imu, Irpef, Tares. Se in Calabria o in Campania hanno i debiti mi spiace per loro, noi i soldi li abbiamo. Possiamo partire con una o più giornate di mobilitazione».
E le sanzioni?
«I sindaci rischiano sanzioni in prima persona e il Comune il taglio dei trasferimenti. Ma se 1500 sindaci della Lombardia di tutti i colori politici un bel giorno d'autunno dicono: “o ci fate spendere o disobbediamo”...».
Ne ha discusso con Maroni?
«Ho già parlato con il governatore Maroni e lui sarà in prima fila, non a osservare. Regione Lombardia ha le spalle larghe e farà da scudo».
Una mobilitazione trasversale è realistica?
«Da Pisapia al sindaco dell'ultimo paesino della Val Brembana, sono tutti coinvolti. Anche se Milano è una palla al piede perché ha il buco, a dire il vero i soldi li ha spesi per investimenti».
Quale soluzione istituzionale proponete?
«Fare una legge per risolvere il problema è questione di un attimo. Basta un drecreto di una riga che dica: “chi ha risparmiato può spendere”. I Comuni lombardi hanno 4, 5 o 10 milioni di euro di avanzo ciascuno. Chiediamo che possano spendere i soldi fermi»
Come potrebbero essere utilizzate queste risorse?
«Mettere in circolo sei miliardi darebbe una bella sterzata all'economia, in un momento di crisi come questo. I soldi possono essere usati per le case di riposo dei nostri anziani, le scuole materne per i bambini, gli aiuti alle imprese.
Ha ricevuto molti segnali di allarme dai sindaci?
«Decine di sindaci dicono: io mi dimetto, mandino pure il commissario. Un sindaco fa il vigile urbano per risparmiare e c'è anche chi imbianca la scuola perché non ci sono soldi per pagare l'imbianchino. Un conto è farlo per passione una volta l'anno, un conto è essere ridotti a schiavi. O peggio, a gabellieri. I sindaci del Nord non possono diventare un esercito di gabellieri».
Ci racconta qualche episodio concreto di disagio?
«Il comune di Roccafranca vuole costruire una farmacia e mettere le telecamere per la sorveglianza ma non può. A Brembate sopra sono costretti ad aumentare le rette delle case di riposo. A Seriate il Comune non può riasfaltare le strade. Ad Adro vorrebbero rifare il palazzetto.

A Mede addirittura il cimitero rischia di chiudere perché non è a norma! E tutti questi Comuni hanno in cassa soldi risparmiati che non possono spendere».
Sono già accaduti casi di violazione del patto di stabilità?
«Quando ci sono state le frane, in teoria la provincia di Brescia non avrebbe potuto provvedere. In teoria...».

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