Disoccupato un giovane su 5 Ma ora rinascono le imprese

Nei primi tre mesi dell'anno già 2mila nuove aziende E nel 2018 le famiglie saranno più ricche di 2mila euro

Chiara Campo

Milanesi più ricchi dal 2018. Ebbene sì: il reddito medio delle famiglie crescerà di 2mila rispetto all'anno scorso, da 33mila a 35mila euro. É lo scenario descritto dal Servizio studi e statistica della Camera di commercio nel Rapporto annuale «Milano produttiva» presentato ieri. É una pagella alla città (siamo alle 26esima edizione). Dati alla mano, descrive l'andamento dell'economia locale, dell'import-export, il trend dell'occupazione, delle imprese straniere. Come si usa dire, è una fotografia a luci e ombre, anche se la situazione sembra decisamente più positiva, non è tornata ai livelli pre-crisi ma ci sono molti più nel bilancio. A partire dalle imprese: nel 2015, considerato l'anno della ripresa, la Camera di commercio ha registrato 5mila imprese in più (+1,6%), con peso sempre più forte di quelle femminili (sono arrivate a 25.785, il 17,5 per cento del totale) e quelle straniere (in totale 42.771, quasi il 15 per cento di quelle attive nell'area metropolitana) che crescono dell'8,4 per cento in un anno e danno lavoro a 87.801 addetti. La comunità bengalese è quella che cresce di più, insieme a egiziani, cinesi, marocchini.

In ripresa il lavoro con 28mila posti in più, ma sul totale degli 1,4 milioni di cittadini occupati c'è ancora un gap forte tra uomini (oltre il 73% ha un lavoro) e donne (il 61,2%). Il tasso di occupazione è al 67,4%, oltre dieci punti in più rispetto alla media nazionale ferma al 56,3. L'impiego cresce in particolare nell'industria e nei servizi mentre continua la flessione nelle costruzioni. Scende all'8 per cento il tasso di disoccupazione, me tra gli under 30 la situazione è molto critica, uno su cinque non ha un impiego (il 22% del totale). Un segnale grave ha ammesso ieri la segretaria generale della Camera di commercio Elena Vasco. Che pure ha sottolineato nell'insieme come «il territorio milanese nell'insieme si confermi una punta avanzata del Paese grazie alla sua apertura internazionale e alla capacità di innovare e reinventarsi delle sue imprese. L'economia milanese è ripartita. I segnali positivi seppure in un contesto ancora incerto sono confermati dai dati del primo semestre del 2016. Crescono le imprese, l'occupazione anche se permangono difficoltà per donne e giovani».

Nel 2015, bene l'import ma non riparte l'export (-1,1%) anche se si registra un boom per il settore dell'abbigliamento made in Italy. E tornano «di moda» i mercati solidi come gli Stati Uniti e il Giappone o Singapore rispetto agli scambi con la Cina o con i mercati emergenti. E si guarda con attenzione ovviamente al dopo Brexit: «Se l'ex area Expo diventasse una zona tax free per le imprese che vogliono investire sarebbe molto positivo - commenta la Vasco a proposito dell'idea rilanciata dal governo Renzi -, ci sono un milione e mezzo di metri quadrati a disposizione e sarebbe una forte attrattiva per le imprese con base oggi in Gran Bretagna».

Nel primo trimestre del 2016 si diceva, sono già

duemila le imprese registrate a Milano rispetto a fine 2015, si arriva ad un totale di 295.117 aziende attive. Riparte anche l'export (+3,2%) rispetto all'anno scorso. I settori in espansione sono farmaceutica e chimica.

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