Colpivano sempre di notte, armati di coltelli o di pezzi di vetro e prendevano di mira ragazzini in giro da soli in zone isolate. La baby gang dei Navigli, composta da cinque egiziani tra i 17 e i 18 anni, è accusata di almeno nove rapine commesse nel 2019 tra Colonne di San Lorenzo, Darsena, Porta Genova. Gli agenti del Commissariato Porta Genova hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di tre componenti della banda. Un altro minorenne è tuttora ricercato, mentre un quinto, 18enne, è stato arrestato ed espulso alcuni mesi fa.
Spiega il dirigente del Commissariato Manfredi Fava: «Ci sono almeno altri nove episodi su cui stiamo lavorando (oltre alle 9 rapine già contestate, ndr), tutti avvenuti nel 2019 tra Colonne di San Lorenzo, Porta Genova e Darsena. Il gruppo era formato da cinque persone, il capo era un maggiorenne che è stato già espulso, mentre un quarto minorenne è attualmente irreperibile. La baby gang era molto violenta, minacciava le vittime usando cocci di bottiglia e le colpiva con schiaffi e spintoni per farsi consegnare contanti e cellulari». I giovanissimi rapinatori vivevano in condizioni difficili. Sono tutti minori stranieri non accompagnati, che hanno lasciato la famiglia in Egitto. Arrivati in Italia sui barconi e approdati in Sicilia o in Calabria. Lì hanno rifiutato l'assistenza delle comunità per ragazzi e sono scappati al Nord. A Milano hanno dormito per un periodo in due auto abbandonate nel parcheggio di Porta Genova. Poi si sono stabiliti in un deposito in disuso delle ferrovie che hanno occupato dopo aver rotto una finestra. Alcuni di loro sono già stati nel carcere minorile.
Le indagini sono state coordinate dal procuratore presso il Tribunale per i minorenni Ciro Cascone. La gang colpiva sempre in branco con veri e propri blitz contro coetanei che venivano pedinati finché non si trovavano in un luogo buio o isolato. Era particolarmente violenta e si accaniva senza motivo. Le vittime hanno descritto una rabbia che andava al di là dello scopo della rapina. Tutti i componenti facevano uso di sostanze stupefacenti e alternavano spesso lo spaccio alle rapine. Il caso più eclatante è stato quello avvenuto proprio in stazione. Uno dei minorenni arrestati ha aggredito un connazionale che aveva reagito alla rapina.
Lo ha picchiato e l'ha spinto sui binari costringendolo a restarci mentre stava arrivando un treno. Sono stati i complici a convincere l'aggressore a lasciare che il giovane preso di mira risalisse sulla banchina appena in tempo.
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