Da don Virginio Colmegna all'«uomo ragno», alias quel Walter Zegna che le parava (quasi) tutte davanti alla porta dell'Inter e della Nazionale. L'ex campione di viale Ungheria è stato candidato all'Ambrogino d'Oro dal capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi, la nomination del fondatore e presidente della Casa della Carità - prete caro alla sinistra - è stata sottoscritta invece da tutti i partiti di maggioranza in Comune, Pd, lista Sala e Insieme x Milano. Colmegna viene indicato in questo momento soprattutto per la campagna «Ero straniero», la raccolta promossa con Emma Bonino per superare la Bossi-Fini e promuovere un nuovp sistema di accoglienza degli immigrati. Lunedì a mezzogiorno scadono i termini per depositare i nomi che concorreranno alla lista dei premiati del 7 dicembre al teatro Dal Verme con la Medaglia d'Oro o l'Attestato. E ha già scatenato polemiche ieri il nome del cantautore Giuseppe Povia calato dal capogruppo della Lega Alessandro Morelli.
Dopo la canzone «Immigrazia» Povia è stato al centro di accese polemiche da parte dell'Anpi, che lo ha accusato di «posizioni vicine ai neofascisti» e costretto ad annullare un concerto a Trezzano sul Naviglio («le censura sono sempre odiose» lo aveva difeso su Twitter il direttore de tg La7 Enrico Mentana). Proprio ieri Povia ha annunciato una nuova data a Milano il 16 dicembre, al Teatro della Memoria. Salirà prima sul palco del Dal Verme per ritirare l'Ambrogino da Beppe Sala. Lo esclude Paolo Limonta, consigliere di Insieme che giudica «la proposTa della Lega una misera provocazione e l'ennesima dimostrazione di quanto sia estremamente labile il rispetto per le istituzioni di questa forza politica». La sinistra è pronta a dare battaglia. Anche l'Osservatorio democratico sulle nuove destre ieri segnalava su Facebook la notizia della candidatura («altre notizie così simpatiche come un sassolino nelle scarpe ne abbiamo?» il commento in testa). Ribatte MOrelli: «Povia è un uomo coraggioso che nel mondo dello spettacolo sta prendendo posizione per la famiglia e contro la globalizzazione e l'invasione».
Il capogruppo del Pd Filippo Barberis promuove il nome di Marva Griffin, la designer che ha inventato il Fuorisalone. Proposta dal Municipio 3 e sottoscritta dalla maggioranza a Palazzo Marino la candidatura della campionessa di tuffi Elena Bertocchi, milanese del '94. La capogruppo della lista Sala, Elisabetta Strada, ha messo d'accordo da Matteo Salvini a Basilio Rizzo per l'Ambrogino all'Istituto Besta che nel 2018 festeggia i cent'anni. C'è già l'intesa bipartisan. La civica candida anche la Fanfara dell'Aeronautica, l'oncologo dell'Istituto nazionale dei tumori Filippo De Braud, il negozio di stampe antiche Pettinaroli che resiste a Brera nonostante la crisi. É firmata solo da Franco D'Alfonso e non dal gruppo la proposta della Medaglia d'oro alla Memoria al re del circo Nando Orfei scomparso nel 2014. Alessandro De Chirico (Forza Italia) candida la giornalista Daniela Cuzzolin, la Fondazione Enzo Hruby per la sicurezza dei beni storici, artistici e architettonici.
La capogruppo di Insieme Anita Pirovano chiude con Benedetta Barzini, top model e sulla prima copertina di Vogue nel 1965, femminista, che a 73 anni sfila ancora «senza paura di mostrare le rughe, un esempio di donna libera da sottolineare», e con i lavoratori della filiera di Amazon che «da precari hanno avuto il coraggio di organizzarsi in uno sciopero per difendere il diritto ad un giusto contratto».
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