La notizia che scuote le mamme di Porta Vigentina arriva nei giorni di festa, con tanto di articolo di stampa che le fa sentire insultate: un dormitorio per senzatetto di fianco alla scuola materna. In una struttura abbandonata da un liceo nel 2012 perché «i caloriferi latitano e i muri perdono pezzi di calcinaccio ogni volta che il tram 24 in superficie e la metro gialla sottoterra passano contemporaneamente», spiegavano gli studenti dopo aver manifestato sotto gli uffici dell'allora Provincia.
E nel mezzo di un quartiere appena finito di risanare: i residenti ricordano che il Comune è riuscito solo da poco ad allontanare gli spacciatori che popolavano il parco di zona. Ora giunge la tegola natalizia: il 2 gennaio per tre mesi apre un rifugio per senzatetto in corso di Porta Vigentina 15 che potrà ospitare fino a 50 persone a notte. Nel quartiere già le voci avevano gonfiato il numero fino a 450, ma questo anche per una evidente carenza di comunicazione dell'amministrazione: quasi tutti hanno appreso di questa iniziativa per puro caso, correndo in 500 a firmare la petizione contro il centro temporaneo. L'annuncio era arrivato la prima volta dalla stampa, così come ieri le mamme e nonne della zona si sono trovate su un altro giornale la notizia delle loro preoccupazioni. «Praticamente ci hanno dato delle isteriche - commenta Gaia, una delle promotrici del Comitato Vigentina-Romana - noi siamo solo preoccupati per i nostri figli». Ma la linea del Comune è politica: «I senzatetto devono essere accolti anche in centro, non solo in periferia» ha sentenziato Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali. E, avendo il centrosinistra vinto a mani basse proprio nel municipio 1, il gesto è «coerente con il programma di governo» sottolinea Silvia Sardone, consigliere comunale di Forza Italia con delega alla Sicurezza. Che comunque critica duramente la scelta «irresponsabile e poco partecipata: i residenti lamentano di non essere mai stati interpellati nè minimamente informati» e si chiede «come si possa pensare di mettere un dormitorio, senza alcun controllo di identificazione sui presenti, invece di restaurare questo bel palazzo. Chi vigilerà sulle presenze e garantirà sicurezza?». Anche i consiglieri azzurri Giampaolo Berni, Federico Benassati e Fabrizio De Pasquale hanno presentato un'interrogazione urgente per chiedere delucidazioni.
«Nessuno è contrario all'accoglienza - cerca di spiegare Ornella, la cartolaia di fronte al civico 15 - ma in questo modo sì, poco più avanti ci sono la ex sede del Provveditorato e quella del consorzio agrario che sono vuote perché non utilizzare quelle?». «Noi vorremmo capire perché ci hanno rifiutato il progetto che avevamo presentato - chiede la professoressa Congiu, amministratrice del Liceo Giovanni XXIII - domandavamo 2mila metri quadrati da usare in parte per le aule, in parte per progetti culturali con il coinvolgimento del territorio; inoltre eravamo disponibili a pagare i lavori di ristrutturazione, ma ci hanno detto che l'edificio serviva per altre finalità». «Dicono che avrà degli orari precisi - puntualizza Giulia - ma mi spiegate dove andranno secondo voi queste persone mentre è chiuso il centro? Resteranno nel quartiere aumentando l'accattonaggio che è già esploso».
Sono mamme e nonne che si sentono prese in giro dal Comune visto il periodo scelto per l'apertura e le scarse informazioni che hanno avuto. Senza parlare di una scelta che sembra discutibile anche dal punto di vista della sicurezza viste le condizioni in cui versa lo stabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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