Droga e metrò imbrattati Presa la banda dei writer

La gang era conosciuta in tutta Europa Per finanziarsi spacciavano stupefacenti e vendevano dvd con le loro «imprese»

Si facevano chiamare «Wca», acronimo di «We can all» (noi possiamo tutto). E sfidavano il vecchio «sistema» con frasi a caratteri cubitali del tipo: «2001-2011: 10 anni che vi spacchiamo il cu...». La crew di graffitari, che aveva fatto il salto di qualità criminale e si dedicava anche allo spaccio di droga, è stata bloccata dalla polizia locale.

I membri italiani del gruppo di writer molto noto in Europa sono accusati oltre che di danneggiamento e imbrattamento, anche di possesso di droga ai fini di spaccio. Con le perquisizioni infatti sono stati trovati 12 chili di stupefacenti tra marijuana e hashish. Nove persone (otto i lombardi) sono indagate per le attività di writing vandalico, due di loro sono state arrestate per la detenzione di droga. Per oggi sono previste le direttissime.

L'indagine del nucleo anti graffiti della polizia locale andava avanti da due anni. È nata da una serie di attacchi della Wca ai treni della metropolitana milanese, poi l'operazione si è estesa a tutta Italia in collaborazione con i vigili di Piacenza, Varese, Monza, Segrate, Reggio Emilia, Opera e i carabinieri di Catania. Nel fascicolo anche immagini dei vagoni danneggiati dal gruppo, con scritte come «Siamo la storia», «La vigilanza non esiste» o «Paura di niente e di nessuno» e dei writer in azione nei tunnel o nelle stazioni della metro, con cappucci e a volto coperto. A volte in presenza di altri passeggeri. In questi mesi gli inquirenti, coordinati dal pm Elio Ramondini, hanno individuati i principali componenti della banda. È così emerso il legame con lo spaccio, che era diventato fonte di sostentamento per il gruppo. Non era più sufficiente la vendita di dvd con le imprese più spericolare dei graffitari: assalti ai treni e blitz nei depositi ferroviari. Uno dei più richiesti è We can all vandalz, un film auto prodotto di un'ora e 20 minuti che descrive il «bombing» (il bombardamento con le tag, una delle attività più diffuse nel writing vandalico) della Wca «una delle crew più attive a Milano, Napoli e resto d'Europa», riporta la copertina.

Le perquisizioni sono state fatte a Opera, Segrate, Arese, Monza, Reggio Emilia. Sono state trovate appunto 27 piante di marijuana pronte per essere essiccate e chili di stupefacente già confezionato oltre a panetti di hashish, l'attrezzatura per la coltivazione al chiuso e bombolette spray. C'era pure un trenino giocattolo imbrattato con il tag «Acne». Uno dei nove indagati non è stato ancora rintracciato, degli altri sono state rese note le tag, cioè le «firme»: Lira, Vins, Rude, Rias, Rok, Wueno, Acne e Caps. Tra loro un residente in Spagna, dove produce marijuana legalmente.

Le indagini, dice l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli, «testimoniano l'esistenza di una componente negativa nel writing vandalico, in chi danneggia la città. Non si tratta sempre di ragazzate».

E il comandante della polizia locale Antonio Barbato: «La polizia locale è particolarmente impegnata sul fronte della tutela del decoro urbano, ma come abbiamo già verificato in più di una occasione, dietro alle attività dei writer si nascondono fenomeni criminali più gravi come lo spaccio di sostanze stupefacenti».

CBas

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