di Giannino della FrattinaFuori i secondi. Finalmente Stefano Parisi e Beppe Sala sono soli sul ring (elettorale). Sono due manager e da loro ci si aspettano poche chiacchiere e molti progetti, visto che il cassetto lasciato dalla rivoluzione arancione del sindaco Giuliano Pisapia e compagni è desolatamente vuoto. Per questo è molto piaciuta (anche a chi lo attendeva con sospetto) la prima pagina scritta da Parisi ieri al Circolo della Stampa estera. Campagna elettorale di proposte e non contro l'avversario è la promessa. Sicurezza, tecnologia e rilancio delle periferie l'architrave del suo decalogo. «Fra cinque anni avremo una città molto migliorata», la promessa. «Rigore e tolleranza zero» sui rom («Milano è una città aperta, ma tutti devono rispettare le regole»), telecamere del Comune e dei privati messe in rete per creare metadati, innovazione e semplificazione della macchina comunale «facendo dialogare le 130 banche dati di Palazzo Marino che ora sono separate». Da sinistra parecchio nervosismo.
«Noi sulla terra, lui sulla luna», dice un Sala parecchio teso dopo aver letto i sondaggi. Che danno Parisi alle costole ancor prima di aver cominciato la campagna elettorale. Evidentemente l'effetto Expo non sarà così decisivo. E non lo sarà nemmeno l'effetto Renzi. Anzi.Due sul ring: fuori i progetti poche parole
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