Quindici metri - occhio e croce - sono cinque piani di una casa. Ammirare da quell'altezza i dettagli di una vetrata antica è pressoché impossibile, ma perderli sarebbe un peccato. Sotto quella finestra il poeta inglese Percy Bisshe Shelley amava ritirarsi per leggere la Divina Commedia in uno spazio mistico che sembra unire l'interiorità con l'infinito. Sotto la «cascata di luce» che da quelle aperture si riversa nella cattedrale, da venerdì sarà possibile ammirare i particolari istoriati che presto torneranno alle loro abituali altezze.
Il tempo, il logorio, gli agenti atmosferici e talvolta perfino organici ne hanno rovinato i tratti rendendo non più decodificabili le immagini ritratte. Così la Veneranda Fabbrica con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio ne ha organizzato il restauro affidato al laboratorio di Laura Morandotti che proprio recentemente ha concluso le operazioni di recupero. E ora, prima che tutto torni nell'allestimento originario sopra l'altare di Santa Prassede nel fianco settentrionale del Duomo, gli inserti verranno esposti al pubblico da venerdì all'1 settembre, con un'inaugurazione a inviti anticipata a giovedì.
La vetrata, realizzata tra il 1478 e il 1480 è composta da un trittico, opera di Nicolò da Varallo e fu offerta dal collegio degli speziali, ovvero da quello che oggi definiremmo l'ordine dei farmacisti. La scelta di trattare episodi della vita di San Giovanni Damasceno è legata all'omaggio che gli speziali offrirono al loro patrono e protettore.
Proclamato dottore della Chiesa da papa Leone XIII nel 1890, il Damasceno visse a cavallo tra il VII e l'VIII secolo ed è considerato un personaggio di prima grandezza nella storia della teologia bizantina. Legò il suo nome all'iconografia e soprattutto al principio che faceva di essa un tramite verso una maggior vicinanza a Dio. Damasceno fu il più fermo oppositore contro coloro che negavano la possibilità di utilizzare ritratti nel culto e nelle chiese. Secondo il santo, infatti, Dio ha scelto la storia umana per rivelarsi e si è incarnato nel grembo della Vergine Maria per farsi uomo tra gli umani nel Figlio Gesù e manifestare il suo volto.
Le sue riflessioni sono alla base dei motivi della canonizzazione da parte dei Padri ortodossi radunati nel Concilio di Nicea del 787. Gli episodi della sua vita, raffigurati nella vetrata a lui consacrata, torneranno lassù dall'autunno. Patrono tra i patroni.RC
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.