E in Centrale si punta sui rimpatri dei migranti: «Via le mele marce»

Nella zona di competenza del commissariato c'è anche la stazione Centrale: «Siamo riusciti a circoscrivere il bivacco» racconta il vicequestore aggiunto Alessandro Chiesa, che si occupa dei «pattuglioni» del mercoledì in piazza Duca d'Aosta. L'unica cosa che funziona è «la cura del rimpatrio»: «Per molti di loro è il vero deterrente. Più della galera: una volta uno mi rispose che con quello che aveva passato in Libia non temeva certo un carcere italiano». E quando c'è da prenotare un volo di ritorno a dare le indicazioni è chi, come lui, conosce ogni volto e ogni movimento. «Si parte dalle mele più marce e si migliora tutta l'area». Anche la «geopolitica» della piazza sta cambiando: «Sempre meno centrafricani, sempre più tunisini mai segnalati prima, se non allo sbarco». Il sospetto è che siano coloro che viaggiano sulle cosiddette navi fantasma. «Molti hanno graffi in volto e precedenti nel loro Paese».

Qui raggiungono altri delinquenti, occupano edifici abbandonati e si mettono al servizio della criminalità di strada. Perché Milano, anche da questo punto di vista, è liberale: puoi avviare «un'impresa criminale» dove e quando vuoi.

MTS