E Pisapia rilancia sui registri delle unioni civili: «Non bastano le liste in Comune, ora ci vuole la legge»

«Io sono d'accordo, e voi?». A parlare su twitter è il presidente della Regione, Roberto Maroni, e l'argomento è l'ideologia gender che - mentre c'è chi sostiene che non esista - sta sempre più penetrando nelle scuole. Maroni è d'accordo con il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, che ha proposto una specie di Sos Gender, un numero di telefono per segnalare la propaganda gender nelle scuole. «Se lo facessimo a livello regionale, sarebbe un'iniziativa istituzionale. Saremmo un punto di riferimento a livello nazionale» concorda Maroni, che cita analoghe iniziative di altre associazioni e forze politiche tra cui Forza Nuova. Il leghista Romeo, tra l'altro, è il primo firmatario della mozione votata dalla maggioranza in consiglio che impegna la giunta a tenere lontana la propaganda gender dalle scuole.

Per chi, al di là della diffusione del termine gender che ormai si sente ormai dappertutto, volesse sapere meglio che cosa significa, è presto detto: la teoria gender sostiene che maschile e femminile non sono generi che uomini e donne ricevono per natura, ma scelte culturali. Scelte che possono anche essere le più varie e modificabili più volte nella vita, da qui la sigla Lgbt e le decine e decine di generi tra i quali si può scegliere sul Facebook inglese. Ideologia che spesso irrita anche le persone omosessuali che non vivono la loro vita intima come una scelta ideologica o politica.

Durante il convegno che si è svolto sabato scorso in Regione, «Nutrire la famiglia per nutrire il futuro», il leghista Romeo ha segnalato vari elementi di allarme culturale, come la politica scolastica ormai esplicitamente pro gender che si persegue in Francia. Ma Romeo ha lanciato soprattutto l'sos scuola in Lombardia, perché sono i bambini gli elementi più fragili in un'età in cui non sono in grado di difendersi.

Sul tema delle unioni civili, intanto, ferve il dibattito non solo a livello parlamentare, ma anche a livello milanese. Il sindaco, Giuliano Pisapia, ha guidato una campagna elettorale e poi mediatica per i registri delle unioni civili e ha anche spinto la legge fino ad arrivare alla trascrizione delle unioni tra persone dello stesso sesso accettate come matrimoni in altri Stati. Adesso però, è lui stesso a dire che registri e trascrizioni non sono sufficienti: «Serve non solo un registro delle unioni civili come può fare un singolo Comune, una singola amministrazione, ma una legge che elimini qualsiasi discriminazione» le sue parole a margine dell'assemblea nazionale di Rete Dem in corso nel capoluogo lombardo.

Sembra quasi che questo tema, nel momento in cui Ncd lombarda si smarca sempre più da Renzi e anzi il presidente del consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, lo considera un tema per abbandonare il governo, l'argomento può diventare un discrimine per le nuove alleanze a Milano. In questa direzione, da Fratelli d'Italia, spinge Riccardo De Corato. Anche se si sa, i temi etici sono spesso molto trasversali.

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