E la sinistra litiga (anche) su Calenda

Sala sposa l'idea del Fronte progressista. Majorino e Leu sulle barricate

E la sinistra litiga (anche) su Calenda

Calenda chiama, Sala risponde. Se post 4 marzo fosse scattata la rottamazione immediata e senza ritorno di Matteo Renzi il sindaco avrebbe sostenuto il nome del ministro uscente dello Sviluppo economico per la rifondazione del Pd, portandosi dietro (forse) quelli che già da mesi non si sono definiscono più «turbo» ma «diversamente renziani». L'operazione richiede più tempo del previsto. Ma giorni fa Carlo Calenda ha lanciato al Pd la proposta di creare «un Fronte repubblicano molto ampio» a guida Gentiloni che abbia come unico obiettivo quello di «tenere l'Italia in Occidente e in Europa. Ci vuole una mobilitazione civica sul territorio che vada in soccorso della Repubblica». E ieri il sindaco ha dichiarato che la proposta lo «convince molto e lo «convince molto Calenda come uno dei protagonisti, non l'unico certamente, di una sinistra che sta provando a lasciare da parte qualche egoismo e collaborare». Il Pd in sè «non è sufficiente» dice, «se vogliamo allargare un pò i nostri confini dobbiamo provare a parlare a tutti confermando un credo di sinistra. Le altre forze politiche parlano a tutti, noi abbiamo rischiato di parlare a una platea anche convinta ma che si andava sempre più assottigliando». Bene quindi il messaggio di Calenda di allargare l'area «difendendo i valori repubblicani e democratici». Ma l'assessore dem Pierfrancesco Majorino già si smarca: «Un listone repubblicano che metta dentro tutti? Una proposta non banale (e articolata) che non mi convince. Attenzione a non passare per difensori dell'esistente.

Bisogna stare in Europa per cambiarla e ci vuole cambiamento delle politiche anche da noi. Coraggio, radicalità e difesa delle istituzioni». Categorico l'ex candidato governatore di Leu Onorio Rosati: «Not in my name. Punto».

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