E la sinistra Tafazzi si spacca sulla piazza

Rifondazione accusa il Pd di voler "mettere il cappello" sul sit-in antirazzista

E la sinistra Tafazzi si spacca sulla piazza

Il giorno dopo la manifestazione antirazzista in piazza San Babila, promossa ufficialmente dal comitato «Insieme senza muri» e dal movimento gay «I Sentinelli» e sposata da Pd, Leu, Possibile, +Europa con Emma Bonino, sindacati, Anpi e associazioni varie, scattano la conta della bandiere e le solite polemiche interne alla sinistra «Tafazzi». Basta una letta ai commenti dei militanti sulle pagine Facebook dell'assessore dem Pierfrancesco Majorino - tra i registi del sit in organizzato in contemporanea all'incontro del ministro dell'Interno Matteo Salvini con il premier ungherese Viktor Orban in prefettura - o di altri esponenti di sinistra - intanto - per avvertire qualche malessere per le «mille bandiere rosse scolorite e quattro bandiere del Pd (che si fanno fischiare)», una sveglia al segretario Maurizio Martina. Rifondazione comunista per contro non ha digerito la tentata opa dei renziani sulla manifestazione. Ieri Laura Boldrini, ex presidente Leu della Camera presente al sit in milanese, ha proposto «un anno zero, un big bang della politica di sinistra» e «una lista unica senza simboli di partito alle prossime elezioni Europee», ma la strada sembra as usual irta di ostacoli. Compagni irrecuperabili. L'entusiasmo per i 10mila con le bandiere è durato meno di 24 ore. Rifondazione Comunista con una nota fa presente che contro il governo Lega-M5s sono scesi in piazza «centri sociali, sindacati, partiti della sinistra di alternativa, associazioni cattoliche, reti antifasciste, personalità politiche di ciò che resta del fu centrosinistra, ma soprattutto tanti giovani. Bisogna avere rispetto dell'autonomia e dei pensieri del popolo antirazzista che si è mobilitato. Per questo appaiono stonate e anche indecorose certe strumentalizzazioni che esponenti politici del Pd o di ex presidenti ne fanno. Sbagliano questi esponenti, a pensare che tutto sia come prima e che basti qualche servizio di media compiacente, per far dimenticare le responsabilità e mettere il cappello. La piazza non si è dimenticata dei respingimenti di Minniti e gli accordi con aguzzini libici, del sostegno all'austerità dell'Ue, della Fornero e delle politiche di smantellamento dei diritti dei lavoratori che il Pd ha fatto».

E l'esponente di Milano Progressista Mirko Mazzali premette che «è stato giusto anzi giustissimo scendere in piazza, il problema è che c'erano almeno 5 posizioni diverse se si fosse votato, a partire da chi ritiene che votare sia inutile. Io sono contro tutte le ammucchiate elettorali o meno, ma prima o poi di questa cosa bisognerà parlarne. Se no avremo sempre Salvini».

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