Tutto è pronto per l'undicesima edizione di Golosaria, la kermesse che da sabato a lunedì affollerà gli spazi del Mico a Fieramilanocity con 300 artigiani del gusto selezionati dal best seller IlGolosario. Paolo Massobrio, patron della manifestazione, ci tiene a difendere l'identità della sua creatura dal mare magno degli eventi dedicati al food.
Appena due settimane fa si è chiusa la Milano Golosa di Davide Paolini. Con tutta questa golosità il pubblico non rischia di andare in confusione o in iperglicemia?
"Dei colleghi non parlo, ma la nostra storia inizia alla fine degli anni '90 sull'idea di selezionare in un libro i migliori produttori enogastronomici del Belpaese. Con Marco Gatti capimmo l'importanza di creare un'occasione di incontro con il pubblico e i ristoratori. In tutti questi anni è nata una community di trentamila iscritti, tra cui le vere eccellenze d'Italia".
Ma queste manifestazioni non sono diventate un po' troppe?
"Golosaria va avanti per la sua strada e da 11 anni è l'unico vero palcoscenico sull'innovazione nel settore enogastronomico: dalle ultime frontiere della cucina di strada alle ciberie, ovvero le boutique alimentari che propongono anche ristorazione. Sabato presenteremo un produttore che fa il caffè con le vinacce di chardonnay...".
Durante Golosaria presenterà anche la seconda edizione del Gatti-Massobrio, «Taccuino dei ristoranti d'Italia». Pure sulle guide è ormai un ginepraio...
"Anche in questo caso vengono premiate le vere eccellenze italiane che non sono certo solo gli stellati ma le tante piccole trattorie che con fatica ricercano e offrono i migliori prodotti della nostra agricoltura. Francamente trovo assurdo che certe guide blasonate diano il massimo dei voti a cinque o sette ristoranti. Il Gatti-Massobrio ne ha premiati 256, e siamo stati più severi proprio con i cosiddetti big".
In un momento di tragedie per il nostro territorio l'enogastronomia può essere un'occasione per costruire il futuro?
"Nell'emergenza del terremoto Golosaria ha già selezionato 18 realtà produttive da salvare, da Norcia a Castelsantangelo a Camerino.
Le macellerie aderenti sono già intervenute con mezzi e risorse a sostegno di produttori del ciauscolo, uno dei patrimoni gastronomici dell'area del sisma che purtroppo sono a rischio. Nell'alluvione del '94 che mise in ginocchio il Piemonte la nostra catena di solidarietà salvò dieci ristoranti top".
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