Cronaca locale

Ecco chi c'è (e chi manca) alla cena di Renzi e Boschi

A tavola con Renzi e Boschi, Farinetti e i fratelli Gavio, ma mancano Pisapia, Dolce e Gabbana e Armani

Ecco chi c'è (e chi manca) alla cena di Renzi e Boschi

Gli ospiti d'onore, invitati e attesi, erano Stefano Dolce e Domenico Gabbana. Loro non ci saranno alla cena di autofinanziamento del Pd che ha come piatto forte la coppia di governo Matteo Renzi e Maria Elena Boschi. E non ci sarà nemmeno Giorgio Armani. L'appuntamento è per domani sera. Il luogo scelto per l'attovagliamento democratico a Milano non è il Gold, il locale lusso degli stilisti siculo- milanesi, ma nemmeno il ristorante del Carroponte, simbolo della Festa dell'Unità come la si intendeva una volta nel Pd. I prezzi non sono popolari: minimo mille euro. E c'è chi ha pagato di più per godere della compagnia e finanziare il partito che soffre un crollo dei tesseramenti. La cena milanese avrà un bis a Roma il giorno successivo e lì sono attesi i supporter del Centro-Sud.

La serata è stata organizzata al The Mall , locale di tendenza sotto il Bosco Verticale, premiato grattacielo simbolo di Porta Nuova, la Milano del futuro costruita dalle giunte di centrodestra. Il Bosco verticale, cuore dell'attività di Stefano Boeri, archistar già candidato sindaco. Diciamo un'altra idea di sinistra: non le bocciofile con cui Giuliano Pisapia ha vinto le sue primarie, ma gli ambienti di quella che si chiamerebbe Milano da bere, se fossimo negli anni Ottanta che il premier sogna di resuscitare. Ma la grande moda manca. E Pisapia non ci sarà: il sindaco è padrone di casa di una cena dei primi cittadini dell'Anci. Un'assenza con una scusa istituzionale che però si fa notare.

The Mall è stato scelto perché «è uno spazio grande ma elegante»: chi paga mille euro per una cena ha diritto a un ambiente di livello. Hanno aderito in cinquecento, che arrivano da diverse regioni del Nord. Ci saranno tavoli da dieci o da dodici, in tutto una cinquantina. Sono stati soprattutto i parlamentari a darsi da fare. I più attivi? Simona Malpezzi e Lia Quartapelle, Vinicio Peluffo, Franco Mirabelli, Emanuele Fiano. Ognuno ha segnalato al partito almeno cinque persone da contattare. Chi ha accettato di partecipare (e pagare in anticipo il conto) ha ricevuto un codice Iban per il versamento. E ha firmato (o non firmato) un foglio in cui si autorizza a rendere pubblico il nome. Ragioni di privacy e di opportunità: non tutti quelli che vanno a cena con Renzi e Boschi vogliono apparire.

È attesa la presenza di Oscar Farinetti, il patron di Eataly. Tra i convitati Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber Italia, la donna più cordialmente detestata dai tassisti e da larga parte della Cgil. È vero che la Lucini è già stata protagonista di un dibattito alla Festa dell'Unità, ma certo la sua presenza alla cena è una tessera del mosaico del nuovo Pd come lo immagina Renzi. «Guardiamo al modello americano. Le cene sono solo il mattone iniziale. A sorpresa ci saranno Beniamino e Marcello Gavio, i patron di Serravalle e delle autostrade. Tra i presenti c'è di tutto: avvocati, notai, medi imprenditori, esponenti dell'impresa pesante e dell'agroalimentare» spiega la responsabile comunicazione, Alessia Rota.

Sul web impazza la polemica. «Anche Renzi come il Berlusca» scrive uno. E un altro: «Pensionati, andiamo tutti alla cena?». Sarcasmo inevitabile, con i nuovi codici che il segretario vuole per il partito. Domani e in futuro. A Porta Nuova il Pd vorrebbe organizzare la Festa dell'Unità 2015, quella che lancerà la candidatura per Palazzo Marino.

Unico ostacolo avvistato: l'area forse non basta.

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