Onorevole Ignazio La Russa, allora il suo candidato alla Regione è Gabriele Albertini?
«Io non ho un mio candidato».
Vabbè, il candidato che La Russa vorrebbe per il Pdl.
«Albertini è il candidato giusto per tutto il centrodestra».
Perché?
«È stato un ottimo amministratore di condominio, come si definiva da sindaco, ma con una grande sensibilità politica».
Cosa significa?
«Che dalla politica non si è mai fatto imprigionare».
Ma lui non vi vuole, dice che non è il candidato del Pdl.
«Io gli ho parlato, Albertini dice che non vuole essere il candidato proposto dal Pdl. È diverso».
Però prende le distanze.
«Il Pdl non ha mai creato un percorso per candidare Albertini».
E adesso vi accodate.
«È stata una sua scelta presentare un'autocandidatura appoggiata da associazioni, società civile, movimenti come quelli di Giannino e Montezemolo. Un po' come per Nello Musumeci in Sicilia».
Non è finita molto bene.
«Chi lo propose, poi se ne scappò. Miccichè ha scelto un altro candidato. Spero in Lombardia ci sia un percorso più virtuoso».
Una candidatura così non è una sconfitta per i partiti?
«Albertini non è candidato dai partiti, ma ha bisogno dei partiti».
Conoscendolo non sarà facile.
«I partiti, dopo aver letto il suo programma, potranno decidere se appoggiarlo. E in quel caso fargli delle proposte per integrarlo».
Così il Pdl non avrà un suo candidato. Proprio in Lombardia.
«Non so se il Pdl debba avere un suo candidato, so solo che il centrodestra deve avere ancora un suo presidente della Regione».
Il coordinatore del Pdl Mario Mantovani ha detto ad Albertini che il partito non è un autobus su cui si sale e si scende.
«Io però nel Pdl non ho visto nessuno farsi avanti. Chi sarebbe il candidato alternativo? Non c'è».
Al di là della tattica, perché candidare Albertini?
«Perché è passato indenne e con onestà attraverso la sua esperienza di nove anni come sindaco di Milano. In tempi di anticasta e antipolitica è la persona giusta».
Se si candida, la Lega va da sola e addio grande centrodestra.
«È un errore trattare la Lega come l'ultimo anello della catena da aggiungere solo a cose fatte, dire o mangi questa minestra o salti dalla finestra».
E allora?
«Con Maroni dobbiamo fare un progetto comune da sottoporre ad Albertini».
Maroni ha già fatto votare le primarie della Lega, come può adesso dire ai suoi che ha scherzato e si cambia candidato?
«Deve spiegare che questo non è un sacrificio, ma il percorso giusto per consentire anche alla Lega di continuare a governare».
La Lega accetterà?
«Il rischio è di consegnare la Lombardia alla sinistra».
Salvini e Maroni sembrano voler fare la corsa da soli.
«Anche noi vorremmo candidare giovani come Paolo Valentini, Giulio Gallera, Carlo Masseroli o un bravo parlamentare. Ma rinunciamo».
E perché rinunciate?
«È un grande atto d'amore per la Lombardia».
Alzate bandiera bianca?
«No. Albertini si candida senza i partiti, poi il Pdl e la Lega gli fanno delle proposte e lo appoggiano. Alla fine si trova un punto d'incontro, la mediazione. È chiaro?».
Giulio Tremonti non potrebbe essere una buona mediazione tra Pdl e Lega?
«Tremonti sarebbe un ottimo candidato. È spendibile, ma non so che appeal possa avere. È comunque una risorsa importante per il centrodestra».
E allora perché non la usate?
«Sono amico di Tremonti, ma non ho visto passi avanti. Albertini l'ha detto chiaro, Tremonti no. Se vuole lo dica».
E lei lo appoggerebbe?
«Quando Tremonti alzerà il dito, mi porrò il problema».
Umberto Ambrosoli candidato del centrosinistra le piace?
«Unicuique suum, ho già abbastanza problemi a pensare al nostro, figuriamoci se mi metto a pensare chi va bene a sinistra».
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