Cronaca locale

Ecco tutte le accuse di Bruti Liberati a Robledo

In sette punti, i motivi che hanno portato il procuratore di Milano ad esautorare il suo principale contestatore dalla guida del pool anticorruzione

Ecco tutte le accuse di Bruti Liberati a Robledo

Eccole, articolate in sette punti, tutte le accuse che hanno portato il procuratore della Repubblica di Milano ad esautorare il suo principale contestatore, Alfredo Robledo, dalla guida del pool anticorruzione.

Il provvedimento senza precedenti reso noto venerdì scorso da Bruti, in cui spediva senza complimenti Robledo ad occuparsi di esecuzione penale (ovvero di gente già processata e condannata) e assumeva personalmente la guida del pool tangenti era stato spiegato brevemente da Bruti con la frase "il procuratore sono io", ovvero col suo diritto di riportare l'ordine in una Procura segnata da mesi da rivalità personali e di corrente. Nella stessa giornata si era appreso che una delle accuse mosse a Robledo era la gestione di 170 milioni di euro sequestrati durante l'indagine sui derivati e parcheggiati in una banca di fiducia del magistrato. Una violazione solo formale, visto che Robledo non è accusato di avere commesso alcun reato, ma che veniva citata come prova della sua inaffidabilità.

Ora ecco il testo integrale della lettera: in cui, aldilà del singoli punti, Bruti contesta al suo vice la indisponibilità a seguire le forme e le procedure del lavoro di gruppo. Sono accuse che Robledo rispedisce al mittente, accusando Bruti di avere forzato le procedure per passare le indagini ai pm di sua fiducia. Oggi Robledo ha annunciato la sua richiesta di essere sentito al più presto dal Consiglio superiore della magistratura.

La faida milanese, insomma, non è finita.

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