La Procura di Milano ha aperto unindagine conoscitiva sullemergenza siccità che ha colpito la Lombardia nei mesi scorsi.
Liniziativa del pubblico ministero Giulio Benedetti, che intende chiarire se tra le cause sia stata determinante anche la gestione dei bacini idroelettrici, fa seguito a un esposto depositato lo scorso 20 luglio dalla federazione provinciale Coldiretti di Cremona, insieme a una memoria in cui si legge che «la disponibilità delle acque per gli usi irrigui nella pianura lombarda è stata ed è tuttora ridotta non solo per leccezionale siccità, ma anche a motivo della gestione dei bacini idroelettrici alpini, che hanno trattenuto volumi dacqua nellinosservanza di prescrizioni concessorie e di dispositivi legislativi».
Oggetto dellindagine sono dunque i quattro principali soggetti operanti nel settore elettrico nazionale (Enel, Aem, Edison, Edipower), che hanno in concessione i serbatoi idroelettrici montani nei laghi regolati da chiuse, come il Maggiore, e quelli di Como, Iseo, Idro e Garda.
In base a unintesa con la Regione datata 22 giugno, i concessionari si erano resi disponibili a raddoppiare il volume dacqua rilasciato. Ma il 19 luglio era stato rilevato che le chiuse non erano state aperte, facendo così aumentare la portata dacqua dei bacini di Spluga e Truzzo (di Edipower Spa), di Alpe Gera-Campo Moro, Inferno-Trona-Pescegallo (di Enel Produzione Spa), di Frera e Vari Asta Venina-Armisa (di Edison Spa), e di San Giacomo-Cancano (di Aem Spa). Di qui lesposto della Coldiretti, e lindagine conoscitiva.
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