E con domenica siamo arrivati a quota 35. Ovvero al 35esimo giorno di superamento della concentrazione delle polveri sottili nell'aria, concesso dalle Ue, pari a 50 microgrammi di Pm10 per metro cubo. «Tra molto poco arriveremo al 36esimo giorno - avverte il presidente di Arpa Bruno Simini - quello a partire del quale siamo in mora rispetto alle leggi comunitarie, non ci nascondiamo dietro un dito». Ieri è stato siglato il «Protocollo aria» da Regione Lombardia, Anci Lombardia, Città Metropolitana di Milano e Arpa. Il protocollo, la cui adesione da parte dei Comuni sarà volontaria, prevede due blocchi di divieti, articolati in 1° e 2° livello, a seconda del tasso di inquinamento dell'aria.
Le azioni programmate riguardano la limitazione dell'utilizzo dei veicoli inquinanti, il regolamento del riscaldamento alimentato con la legna, le combustioni all'aperto e la limitazione della temperatura interna alle abitazioni e degli esercizi commerciali. Nello specifico le misure di 1° livello scattano al superamento per 7 giorni consecutivi del livello di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10.
Dal nono giorno quindi scatta il divieto di circolazione per i veicoli Euro 0 benzina, Euro 0, 1 e 2 diesel anche sabato, domenica e giorni festivi dalle 7,30 alle 19,30. Non potranno circolare nemmeno i diesel Euro 3: i veicoli privati dalle 9 alle 17, i veicoli commerciali dalle 7,30 alle 9,30. Obbligo di mantenere il limite di 19 C° nelle abitazioni e negli spazi ed esercizi commerciali. Vietato accendere le stufe a legna/pellet di classe 1 o 2 stelle. I divieti si revocano dopo due giorni consecutivi sotto i limiti.
Le misure di 2° livello, che si aggiungono a quelle di 1° livello, scattano dopo sette giorni consecutivi di superamento dei 70 microgrammi per metro cubo di Pm10. I diesel Euro 3 (veicoli privati) non potranno circolare nel territorio provinciale dei comuni che aderiscono dalle 7,30 alle 19,30, i commerciali dalle 7,30 alle 9,30 e dalle 18 alle 19,30. Vietato anche accendere le stufe a legna/pallet di classe 1,2 e 3 stelle. Le misure si revocano dopo due giorni consecutivi sotto i livelli di allerta.
Come capire se il protocollo è attivo e dove? La Regione ha predisposto una pagina web consultabile dal 28 ottobre sul sito dell'Agenzia regionale Protezione Ambiente (www.arpalombardia.it, sezione qualità dell'aria), che riporta l'elenco dei comuni interessati.
«È un protocollo innovativo - ha commentato l'assessore lombardo all'Ambiente Claudia Terzi - frutto della proficua collaborazione e del costante confronto con gli enti locali. I Comuni aderiscono con una delibera di Giunta, predisponendo la relativa ordinanza». Critico il presidente di Anci Lombardia Roberto Scanagatti: «la Regione avrebbe potuto assumere un ruolo più incisivo, mediante un'assunzione diretta di responsabilità. Come nel passato, infatti, avrebbe potuto emanare misure obbligatorie per tutti. Con l'adesione volontaria al protocollo ai cittadini non sarà garantito che su tutto il territorio vi saranno le stesse condizioni di gestione nell'emergenza».
Per l'assessore alla Mobilità del Comune Marco Granelli «Le regioni non possono fare i passacarte e chiedere risorse al governo.
Noi come Comune mettiamo per il trasporto pubblico 90 milioni ogni anno, sugli incentivi per i filtri antiparticolato abbiamo messo un milione di euro, con un bando che ha funzionato. C'è ancora da lavorare, mettiamoci al tavolo e ciascuno metta delle risorse».
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