«Entro giugno con i congressi cambieremo tutti i dirigenti»

Solo cinque scemi hanno contestato Maroni

«Entro giugno con i congressi cambieremo tutti i dirigenti»

Matteo Salvini, a lei la laurea la Lega non gliel’ha comprata.
«Zitto che quello è il cruccio dei miei genitori. Dovrò trovare il tempo per fare questi benedetti sei esami».
Per diventare dottore in cosa?
«In storia».
Come ci si sente a sentire che il tesoriere ha rapporti con gente della ’ndrangheta.
«Roba da matti. Se penso che decine di sindaci della Lega rischiano la vita ogni giorno per impedire alla malavita di fare affari con centri commerciali e piani regolatori».
Eppure ci sono le intercettazioni.
«Continuo a sperare che buona parte di quello che stiamo leggendo sia infondato».
A Bergamo c’era un cartello «l’unico Belsito è youporn». I militanti non ne possono più.
«Se fosse vero anche metà di quello che si dice, ci sarebbe da preoccuparsi un bel po’».
Lei ha detto che la vostra colpa è di aver vigilato poco.
«Nella Lega ognuno fa il suo: il sindaco amministra, il parlamentare europeo va a Strasburgo e Bossi è impegnato a cambiare il Paese».
Troppo comodo.
«Io da segretario provinciale mica andavo a spulciare i bilanci. Ci fidavamo. Forse fiducia mal riposta».
E adesso?
«Ci affidiamo a tre persone, più una società di revisione esterna».
Non potrete più dire che la Lega è diversa.
«Veramente osservatori esterni e anche uno come Marco Travaglio ce l’hanno riconosciuto: dimissioni e l’impegno alla pulizia di Bossi e Maroni davanti a 5mila militanti».
Basta così poco?
«Entro giugno ci siamo impegnati a rinnovare tutti i dirigenti. Con i congressi, una rivoluzione».
Pulizia o un regolamento di conti tra maroniani e cerchio magico?
«Sia Bossi sia Maroni hanno invitato all’equilibrio».
Servono le ghigliottine?
«Chi ha danneggiato la Lega paga. Ma spero non siano molti quelli che ne hanno approfittato».
A Bergamo è Maroni ad aver preso in mano la Lega o è Bossi a essere tornato il capo?
«Vincente è l’accoppiata. Insieme hanno dato una grande lezione: fuori dalla Lega a chi ci sveva celebrato il funerale, dentro a chi diceva che Bossi era finito e Maroni un traditore».
Nella Lega circola tanto veleno.
«Cinque scemi che hanno attaccato Maroni. Ma è stato proprio Bossi a dire che Maroni non è un traditore».
Sarà lei a giugno il segretario della Lega lombarda?
«Basta calciomercato. Ci sono almeno dieci persone in grado di proseguire l’eccellente lavoro di Giancarlo Giorgetti. L’importante non sono i nomi, ma le idee».
Si dice sempre così. Un’idea?
«Come fermare il furto dello Stato che ogni anno prende ai lombardi 40 miliardi di euro di tasse».
In Regione ci sarà rimpasto? Si fanno i nomi di Monica Rizzi e Luciano Bresciani.
«Io faccio il consigliere comunale e penso al Comune. Ma dico che la Regione è amministrata molto bene. Spese e bilanci sono a posto, l’offerta sanitaria è ottima. È la regione meglio amministrata».
Qui state con il Pdl a Roma no. Una schizofrenia politica.
«Spero sempre che Berlusconi tolga questo folle sostegno a Monti che massacra la Lombardia. Ma ogni tassa in più, ci allontana dal Pdl».
Parte la campagna elettorale, come farete nei comizi, vi daranno dei ladri. Magari anche vostri vecchi elettori e militanti.
«Domani (oggi, ndr) vado a Como, Tradate e Cantù a spiegare come le amministrazioni leghiste li hanno rivoluzionati. Quello conta».
Giuliano Pisapia?
«Una brava persona, ma è circondato da una squadra non all’altezza. Poche idee e molto confuse».
Per esempio?
«L’assessore al Traffico ha raggiunto il minimo del gradimento, mentre Bruno Tabacci ha idee fin troppo chiare. Ma che nulla hanno a che fare con il programma del centrosinistra e pericolose per Milano».
Area C e vendita della Sea?
«Faremo le barricate».
Iniziative della Lega?
«Decine di gazebo contro quella rapina che è la tassa sulla casa. Sarà la nostra battaglia».
Renzo Bossi era come lei nei Giovani padani, cosa gli è successo?
«A vent’anni è difficile mantenere l’equilibrio. Io sono stato eletto in Comune, ma lui è finito in Regione.

E con quel cognome».
È stato un errore candidarlo?
«Col senno di poi».
Adesso che fine fanno quelli del cerchio magico?
«Se ciascuno torna a occuparsi del suo e come dice Maroni non “romperà le palle”, c’è posto per tutti».

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