Una mano lava l'altra, tutte e due lavano la faccia. E se la faccia è il Duomo di Milano forse ne vale la pena. Ad esserne convinto è il presidente della Veneranda Fabbrica che, dopo l'idea (arenata) del bar sulle guglie che frutterebbe mezzo milione all'anno, chiede ora il classico obolo ai cittadini per raccogliere i fondi che ancora mancano per il restauro entro l'Expo. Ovvero 13 milioni, per l'esattezza, quanto richiederebbero i dodici cantieri tra la Guglia Maggiore, i quattro gugliotti, le 129 guglie minori, le falconature e il rifacimento delle campate di copertura del tetto. «Potrebbe bastare un euro dato da ogni milanese - dice Angelo Caloia - anche perchè i fondi pubblici si sono praticamente azzerati, nè sono sufficienti gli introiti di una serie di attività tra cui Adotta una Guglia che ha fruttato 2 milioni e mezzo, più i concerti e i cartelloni pubblicitari».
L'ultima speranza, dunque, è affidata ancora una volta al popolo col «coeur in mann», anche se sotto gli occhi di tutti c'è una città alle prese con altre urgenze e sottoposta agli ennesimi rincari. Ma forse un obolo, per la più antica azienda della città, ci può ancora stare...«Un euro dai milanesi per salvare il Duomo»
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