«Europea e anti populista» Le Monde fa lo spot a Milano

Il settimanale francese loda la «capitale economica» Gli assessori rilanciano la pagina ma il web si divide

«Europea e anti populista» Le Monde fa lo spot a  Milano

Vignette e affondi internazionali. L'Italia che dal 4 marzo viaggia sulle montagne russe per la formazione di un governo a lungo o brevissimo periodo è presa di mira dalla stampa estera. «Sprofonda nel caos politico» secondo il francese Le Monde, vive «i tempi più drammatici degli ultimi trent'anni» per la Sueddutsche Zeitung, fino al tedesco Der Spiegel che giorni fa ha definito gli italiani «scrocconi aggressivi» («i barboni almeno dicono grazie quando gli si dà qualcosa» ha scritto) sollevando una forte reazione polemica. In controtendenza ieri sempre il settimanale francese Le Monde ha dedicato un'intera pagina a quella che sembra ormai una «città-Stato» che poco c'entra col Belpaese. Titolo: «Milano città aperta». Sottotitolo: «La capitale economica italiana resiste all'ascesa del populismo». L'immagine plastica della «Milano europea» è il quartiere degli affari a Porta Nuova, con i grattacieli che la avvicinano alla Potsdamer Platz di Berlino con un mix di tecnologia, terrazze, locali. Le Monde dedica ampio spazio all'Università Bocconi, «simbolo dell'apertura milanese» dove si formano 14mila studenti in economia, finanza o scienze politiche e dove sta crescendo il grande campus «all'americana» che avrà anche un centro sportivo con piscina olimpionica. Sottolinea che la Bocconi è «presieduta da Mario Monti», che è stato «membro della Commissione Europea» e presidente del Consiglio tra 2011 e 2013 dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi. E tra i bocconiani illustri cita «il sindaco Beppe Sala che è stato anche commissario Expo 2015». Cita i «corsi in inglese per attirare studenti stranieri, già il 20% degli iscritti» e i professori che «arrivano da ogni Paese». Se l'attuale crisi politica inquieta i suoi professori, «perchè temono un'ondata di speculazione sul debito, l'istituzione mostra ottimismo». Il Gianmario Verona ammette che «la situazione politica è confusa» ma «Milano è sempre stata un città un pò più dinamica, rivolta al futuro, e noi pure».

Gli assessori comunali rilanciano su Facebook lo «spot» francese: «Martedì gli 8 sindaci di Milano in vita, da Tognoli a Sala, hanno firmato un appello sul ruolo di Milano a fianco delle istituzioni repubblicane e dell'Europa. Oggi questo ruolo di Milano città aperta, europea, che resiste ai populismi viene riconosciuto da una grande paginata de Le Monde» commenta il Pd Pierfrancesco Maran, rilanciato dal collega Pierfrancesco Majorino. Ma il popolo del web si divide: «Attenti perchè già 5 municipi su 9 sono passati al centrodestra e al prossimo giro non basterà più vincere all'interno della Cerchia per farsi riconfermare. E vedendo come vengono trattate certe questioni in periferia, cosa di cui Le Monde ovviamente non si occupa, non sarei così sicuro del fatto che un Sala-bis sia così scontato.

Purtroppo (per gli amministratori) non esiste solo la città-vetrina, ma anche la città abitata» scrive Andrea. E per Lorenzo «se Milano non sta molto, ma molto più attenta ad essere aperta al prossimo giro di elezioni diventerà, come viene detto in modo dispregiativo, stra-populista».

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