Un «bollino blu» con il simbolo dell'Expo a ristoranti, alberghi, negozi, taxi ed esercizi commerciali. Magari non a pagamento, ma solo a patto che vengano rispettati gli standard qualitativi richiesti dalla società per accogliere adeguatamente i visitatori in arrivo da tutto il mondo per partecipare all'evento del 2015: al momento una previsione di due milioni, spalmati nei sei mesi della manifestazione. A ragionarci Giuseppe Sala, l'amministratore delegato della società ieri a margine della presentazione delle prime applicazioni di EO15, la piattaforma digitale con la quale le imprese potranno rivolgersi ai visitatori. Un marchio, per fare qualche esempio, per ristoranti con la cucina aperta a tutte le ore, tassisti con una buona conoscenza dell'inglese e pagamento con carta di credito a bordo, alberghi attrezzati per le diverse abitudini, come il bollitore del tè in camera che tanto amano i cinesi. «Non si tratta di criteri selettivi - precisa Sala - ma di fissare requisiti di qualità richiesti normalmente a livello internazionale, standard minimi». In cima alle «preoccupazioni» ci sono gli orari dei servizi aperti in città: «È quello che mi preoccupa di più. La gente nel mondo è abituata a pranzare ad ogni ora: la richiesta è che non ci siano orari», a cominciare dai ristoranti. «Milano è già una città internazionale, ma quando si arriverà a quel momento, veramente cambierà tutto». All'attenzione della società anche «il tema dei visti. È impensabile non averlo risolto quando arriverà un milione di visitatori dalla Cina». Già pronto a mugugnare Alfredo Zini, vice presidente Epam. «I bollini? Credo che Expo debba avere altre priorità - si lamenta il rappresentante dei locali pubblici - A Milano ci sono già tanti ristoranti aperti ventiquattr'ore, non ci serve certo un bollino. Non abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia certificazioni». Magari era un modo per organizzare meglio i servizi. «Piuttosto pensino a fare più comunicazione - replica Zini - ché i turisti chiedono e noi non sappiamo cosa rispondere: la mascotte, date di apertura e degli eventi, come organizzarsi per le viste».
Temi complessi a cui Sala sta lavorando. E per cui sarebbe necessario un punto di riferimento in centro dove poter concentrare la comunicazione e l'informazione. A cominciare dai milanesi dei quali da tempo ormai si dice che sia necessario un sempre maggior coinvolgimento. Difficilmente conquistabile la Loggia del Mercanti, che per la società Expo sarebbe una collocazione perfetta, per le lapidi dei partigiani, si è alla ricerca di un'altra collocazione altrettanto prestigiosa.
Nel frattempo da Sala arriva anche la richiesta di sospendere gli scioperi. «Ai sindacati - spiega - stiamo chiedendo una tregua sociale durante i sei mesi e anche un po' prima». Un tema quanto mai attuale dopo il macello della metropolitana nel giorno dell'agitazione del trasporto pubblico locale. Immaginarsi cosa succederebbe in giornate durante le quali le linee saranno sovraccaricate da centinaia di migliaia di turisti al giorno. Già avviati i contatti con i sindacati, disposti a una tregua sociale, ma solo se si apre «da subito un confronto» con il Comune e le altre istituzioni locali.
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