Assessore Cristina Cappellini, ancora tante polemiche dopo il convegno sulla famiglia.
«Troppe polemiche. E troppo pesanti rispetto all'origine dell'iniziativa e al tema. Hanno reso tutto faticoso, ma è stata una giornata storica».
Dire che l'omosessualità è una malattia non può che scatenare polemiche. Lo pensa anche lei?
«Non lo ha mai detto nessuno. E nessuno mai si permetterà di dirlo».
Una delle associazioni invitate.
«Hanno detto il contrario. Sono parole estrapolate ad arte da alcuni giornali per scatenarci addosso questa campagna assurda. Assurda».
Vi hanno fatto molta pubblicità.
«Abbiamo dovuto aprire altre due sale e fuori c'erano più di mille persone ad ascoltare. E la diretta radio».
Qualche giornale dice che erano migliaia anche al presidio di protesta delle associazioni gay.
«Erano molti, ma molti meno».
Avete parlato di omofobia?
«I relatori avevano origini ideologiche diverse, ma tutti hanno parlato di famiglia. E di aiuti della politica alla famiglia. Nessuna omofobia».
Per lei cos'è una famiglia?
«Madre, padre e figli se ci sono».
Una coppia omosessuale con figli, per lei non è una famiglia?
«La famiglia è quella, ma questo non significa discriminare nessuno per il suo orientamento sessuale».
Se c'è una coppia eterosessuale con figli e una coppia gay, lei la casa popolare a chi la darebbe?
«La priorità va alla prima, perché quella è la famiglia. L'altra è una coppia che ha tutto il diritto di essere una coppia, ma che anche per la Costituzione non è una famiglia».
E cos'è?
«Una convivenza che ha tutto il diritto di essere tutelata dalle norme giuridiche, ma non è una famiglia. Almeno fino a che qualcuno non riesce a cambiare la Costituzione».
Il sindaco Pisapia è indagato per non aver cancellato la trascrizione a Milano dei matrimoni omosessuali registrati all'estero, come chiedono ministro e prefetto.
«Secondo me un sindaco deve essere il primo a rispettare la legge».
Per Pisapia è giusto trascrivere.
«Prenda le iniziative politiche per cambiare legge e Costituzione».
Il giovane che al convegno ha difeso i gay è stato allontanato.
«Una provocazione. Ha preso il microfono senza averne diritto e lo abbiamo ascoltato. Quando ha esagerato è stato portato giù dal palco».
Potevate lasciarlo parlare.
«Era tutto organizzato per provocarci. Cercava solo visibilità».
L'Expo sarà danneggiata da un convegno definito omofobo?
«Assolutamente no. Il presidente Maroni ha detto che parlare di famiglia è parlare di vita, di futuro, di valori. E questi sono i temi dell'Expo».
Un Forum sulla famiglia ci sarà anche durante l'esposizione?
«Sì. Ho sentito Maroni e stiamo già pensando a come organizzarlo».
Maroni ha detto che lui è andato avanti nonostante le polemiche e i «quattro pirla». Quelli del presidio pretendono scuse ufficiali.
«Lo conosco e per me non parlava di loro. Maroni ha rispetto di chi in buona fede porta avanti le idee».
E allora chi sono i quattro pirla?
«I giornalisti e chi strumentalizza politicamente un convegno. Noi volevamo solo parlare di famiglia».
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