«Per far contenti i ciclisti distruggono la nostra fiera»

La richiesta era stata fatta per tempo. Almeno quattro settimane fa, quando i presidenti delle due fiere - il Mipel (pelle) e Micam (calzature)- si erano accorti che la giornata di avvio delle due rassegne andava a coincidere proprio con la DomenicAspasso milanese. Così avevano preso carta e penna e avevano scritto al sindaco Pisapia, segnalando che i circa 40mila buyer che arrivano tradizionalmente in città per lavorare (e non per passeggiare) avrebbero avuto bisogno almeno di una deroga allo stop delle auto. Risposta? Nessuna. Neanche una parola, fino a giovedì sera quando è arrivata la comunicazione da parte di Palazzo Marino che - come sempre - venivano accordate le deroghe per i giornalisti accreditati e per i 1573 espositori ma della questione buyer neanche un accenno. Poi ieri mattina alla conferenza stampa di presentazione della fiera, la ciliegina. L'assessore al Commercio D'Alfonso non è potuto intervenire e il rappresentante del Comune ha replicato che in fondo a Milano di occasioni come questa ce ne sono tante... «comunque vedremo». «Vedremo? - replica piuttosto seccato Fabio Aromatici, direttore dell'Associazione italiana calzaturifici e pure direttore del Micam -. Si comincia domani e la prima giornata è per noi la più importante. Una fiera come questa capita una volta ogni sei mesi». Spiega che parecchi negozianti la domenica sono chiusi e quindi scelgono proprio questo giorno per venire a Rho. «È una fiera internazionale - prosegue - leader nel settore a livello globale che idea dà Milano? Quella di una città difficile. Molti ci chiedono informazioni. È paradossale che in un momento come questo di crisi e di grandi difficoltà soprattutto col mercato italiano, si crei ancora più difficoltà nell'incontro tra domanda e offerta». Insomma, non ne fanno una questione ideologica. Ne fanno semplicemente una questione pratica. Come dire: va bene andare a piedi, le iniziative e compagnia bella ma pensiamole bene. Organizziamole perché la città possa funzionare. A fargli eco sono anche l'esercito di giornalisti che segue gli eventi della Settimana della Moda, al via mercoledì che si troveranno nel bel mezzo dell'avvio di un'altra limitazione del traffico: Area C. «Bisogna essere un ciclista professionista - commentano - per essere alle 14 alla sfilata in viale Piave e alle 15 al Castello, alle 16 in via Varesina, alle 17 in piazza Mercanti tanto per fare l'esempio di una giornata tipo». E hanno la stessa impressione anche i commercianti che si sono trovati già che bello scodellato l'avvio dei Giovedì di Milano senza però essere stati coinvolti. «La giunta ha deciso di fare da sola», commenta Simonpaolo Buongiardino della Confcomnmercio. È di ieri l'informativa del Comune che ha programmato l'avvio per giovedì. Un avvio che, come fanno notare i commercianti non farà fatica ad avere un bel seguito: siamo nel bel mezzo della Settimana della Moda, ci sono decine di iniziative, c'è Start, l'inaugurazione mostra di Picasso. Non stupisce se all'Isola e in Buenos Aires i negozi si già che staranno aperti. Ma spenti i riflettori, che ne sarà dei prossimi giovedì? è il dubbio.

«L'avvio del 20 settembre, con le sfilate di Milano Moda Donna, gli eventi culturali e il coinvolgimento di realtà commerciali dei Distretti al di fuori dell'Area C, può dare una risposta iniziale in termini d'attrattività - scrive la Confcommercio - Ma occorre continuità». Loro avevano fatto delle richieste: l'agevolazione per la tassa sul suolo pubblico, lo sportello unico per semplificare gli eventi, il biglietto Atm unico dalle 18.30 in poi. Rimaste per ora senza risposta.

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