In farmacia come al suk: arabi "trattano" sui prezzi

Imbarazzo dei commercianti in piazza Tirana: vogliono medicine gratis, scontate, senza ricetta

In farmacia come al suk: arabi "trattano" sui prezzi

Trattare sul prezzo. Poca credibilità riconosciuta alle donne. Nuove medicine e giri di antidolorifici. La vita in piazza Tirana è anche questo dopo l'«arabizzazione» del quartiere. A raccontare la realtà di questa parte del quartiere Lorenteggio-Giambellino, le voci dei commercianti che si sono da poco costituiti in una nuova associazione. Vivono in una zona di case popolari dove da anni si sono concentrati gli ultimi arrivati, soprattutto arabi, in un contesto in cui già sguazzava la piccola malavita delle occupazioni abusive e dello spaccio. E dove spesso i ragazzini non sono a scuola, ma a fare le sentinelle del quartiere.

Chi ha avuto più difficoltà è proprio il farmacista e le tre dottoresse che lavorano con lui. I clienti arabi raramente credono a quello che dicono le donne e chiedono bruscamente l'intervento del titolare. Così come spesso trattano sul prezzo: questa abitudine può suonare singolare a un europeo, soprattutto parlando di medicine, ma è radicata nel mondo arabo quanto l'uso di salutare quando si entra ed esce da un negozio. Per i camici bianchi di piazza Tirana però è difficile adattarsi, anche se ormai i prodotti omaggio o scontati sono dovuti diventare una voce del bilancio della farmacia. Come lo sono diventati i farmaci e prodotti ordinati dalla clientela araba che fruttano ordini per 15mila euro al mese. «Con gli antidolorifici abbiamo dovuto iniziare a dire di no perché ci siamo accorti che ne vendevamo troppi spiega il farmacista - però se hanno smesso di venire a chiederli qui, vuol dire che li prendono da qualche altra parte». Persistono ancora delle difficoltà per quelli che pretendono farmaci gratis perché sono convinti di averne diritto: il commerciante non può basarsi sulla parola, ma sui documenti ufficiali dell'Ats che spesso mancano.

Quello che preoccupa di più il quartiere sono le case popolari, preda del degrado e dell'incuria. Oltre che di una malavita di basso livello che la polizia sta cercando di contrastare collaborando con gli abitanti della zona. Proprio da questi ultimi erano arrivati segnali di un tentato riscatto partito dal quadrilatero di via Odazio con le mamme coraggio guidate da Maria Palomares: si erano organizzate in ronde anche notturne per sventare le occupazioni abusive. Poi è arrivata l'associazione dei commercianti di piazza Tirana. E poi il Comune con un piano di investimenti da 96 milioni di euro tra fondi europei, regionali e comunali. A partire da via Lorenteggio 181: una serie di edifici saranno abbattuti e ricostruiti. «É uno straordinario impegno a favore delle periferie» commenta Andrea Painini, il presidente di Confesercenti Milano, ricordando l'importanza dei negozi di vicinato.

E proprio dai commercianti affacciati sulla piazza è arrivato l'appello a non dimenticare il quartiere.

«Sembra che ci stiano ignorando, l'ultimo segno di attenzione per la piazza è la fontana messa dalla Moratti afferma una di loro e poi il cantiere delle metropolitana 4 non aiuta perché attira il degrado». Bisogna «assolutamente migliorare la zona dice un ragazzo cinese che gestisce uno dei bar della piazza così non va bene, le istituzioni devono fare di più».

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