È fatta per Fondazione Fiera, Gorno Tempini presidente

L'ex ad di Cassa Depositi e prestiti al posto di Benedini. Sfuma il piano di Sangalli per la conferma dei vertici

È fatta per Fondazione Fiera, Gorno Tempini presidente

Eureka.È fatta, il nome del presidente della Fondazione Fiera c'è: è quello di Giovanni Gorno Tempini, outsider, manager bresciano, già alla guida della Cassa depositi e prestiti e, fino all'estate scorsa, presidente del fondo strategico di Cdp. Una nomina la sua che ha sorpreso molti e ha lasciato un passo indietro gli atri pretendenti, sia quelli regolarmente iscritti al bando per la presidenza (l'ex numero uno di Fiera spa Michele Perini, il penalista leghista Attilio Fontana, il presidente uscente Benito Benedini e Antonio Verro, membro del cda Rai), sia quelli caldeggiati extra bando e candidati nelle ultime ore (l'imprenditore di Cà del Bosco Maurizio Zanella e l'ex amministratore delegato di Italcementi Carlo Pesenti).

La decisione è arrivata, dopo un monte ore incredibile di telefonate e riunioni, al termine della giunta straordinaria convocata da Roberto Maroni. Ed è stata ratificata subito dopo durante l'incontro con il sindaco Giuseppe Sala. La designazione formale del presidente e dei membri del Consiglio generale verrà formalmente adottata nella giunta già convocata per martedì 5 luglio.
Il nome di Gorno Tempini era molto ben visto da Gianni Letta, uomo chiave di Forza Italia a cui l'ex premier Silvio Berlusconi ha di fatto affidato le chiavi del partito in questo periodo di riposo forzato dopo l'intervento al San Raffaele. Il curriculum del manager incontra i pareri positivi di tutta l'area azzurra. «Credo che il suo sia un profilo molto autorevole - commenta la coordinatrice lombarda di Forza Italia, Mariastella Gelmini - È una persona di peso e seria. Ho già avuto modo di avere a che fare con lui quando ero al Governo ed è molto preparato». «Ottima scelta» commenta anche Maurizio Lupi, inizialmente tra i potenziali presidenti.

A Gorno Tempini spetta un compito arduo: gestire tutta la riqualificazione del Portello, e in particolare le complessità del progetto della Vitali spa che sta per trasformare i padiglioni 1 e 2 della Fiera in una grande area di 56mila metri quadrati destinata ai servizi più diversi. E c'è anche chi spera che il manager possa spazzare via i risvolti più ombrosi della gestione di Benito Benedini, scartato dalla rosa dei papabili per «problemi di reputazione», come è stato detto ai tavoli delle ultime settimane. Quei problemi di reputazione si riferiscono a un episodio di corruzione tra privati e alle indagini della Finanza sui suoi soldi a San Marino. Dando inizio a una «nuova era» si vuole anche recuperare il flop in Borsa, dove il titolo negli ultimi mesi ha registrato solo record negativi e non ha certo brillato a Piazza Affari. Assieme a Benedini perde quota anche Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, che tanto (ma inutilmente) si è speso per la riconferma dell'ex presidente.

Un altro sconfitto «occulto» di questa partita è anche Gianfelice Rocca (Assolombarda) che ha tifato per Benedini prima e per Carlo Pesenti poi.
Per quanto riguarda le altre nomine, è stato confermato Paolo Besozzi, l'ingegnere di Gavirate, alla guida di Serravalle, mentre l'ex pm Antonio Di Pietro andrà a guidare Pedemontana.

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