Festa al Saini, un'orgia di polemiche

Opposizione contrio il party omosessuale al Saini con tanto di pornostar: "È un impianto per famiglie". L'assessore Maran: "Orgogliosi di essere gay friendly"

Festa gay organizzata dal Comune di Milano
Festa gay organizzata dal Comune di Milano

Certe notti al Saini. Cene a bordo vasca serviti da camerieri sexy e «gogo boys», tanto per scaldare l'atmosfera. Danze sfrenate dalle 23.30 a notte fonda, con la sfilata di Drag Queen e la promessa di incontri hot in pista e negli spogliatoi. Special guest star domani - poi le serate di «Pool Pourhomme» proseguiranno tutti i sabati fino a settembre -, è Francois Sagat, dotato pornodivo che non dovrebbe deludere il pubblico (su facebook i fan si sono già scatenati). Niente di male, di serate gay-friendly è piena Milano d'estate e d'inverno. Qui il livello è più hot, si alza con la stagione. Ma è opportuno che una piscina comunale ospiti fuori orario serate e spettacoli sexy, come ha raccontato ieri il Giornale? Cosa direbbero i comitati di San Siro che fanno la guerra ai decibel di San Siro se al Lido ci fossero seratine con spogliarelli e lotta nel fango? Non c'entra che la serata sia promossa per una clientela omosessuale, anche se nel dibattito scoppiato ieri si è colto solo quell'aspetto. E la domanda vale oggi che al governo c'è una giunta di centrosinistra e valeva per il centrodestra, visto che l'estivo gay alla Saini di via Corelli esiste già da anni. MilanoSport, che gestisce il centro sportivo di via Corelli, scarica sulla convenzione con il gestore del bar interno: prevede che per un tot di serate all'anno possa usare l'area per eventi privati. A totale discrezione pare di capire. Il Comune ha appena sponsorizzato l'impianto come un fiore all'occhiello, vorrebbe che il Coni ne facesse il centro di preparazioni olimpica. A quel punto alzerebbe dei paletti? Chissà.
Ad aprire la polemica ieri è il leghista Massimiliano Bastoni. «Che Pisapia avesse debiti elettorali da pagare alla lobby gay lo sapevamo da tempo, ma che arrivasse a concedere uno dei migliori impianti sportivi della città per feste hot-gay on possiamo accettarlo. La Saini è meta di famiglie e bambini e tale deve rimanere, è abominevole trasformarla in una sorta di night club all'aperto». L'assessore alla Mobilità Piefrancesco Maran ribatte che «l'unica cosa indecente qui è la polemica della Lega. Per solleticare qualche istinto dal sapore discriminatorio ed omofobo, per non dire razzista, non esita a ricorrere al campionario di beceri riferimenti che speravamo dimenticati. Ma Milano è una città accogliente e libera, è indicata su tutte le guide come città “gay friendly“ e questo è un dato da rivendicare con orgoglio». Oltretutto rimarca «la stessa festa si ripete alla Saini da anni, anche sotto le passate amministrazioni». Serate dopo la chiusura che, aggiunge il consigliere di Sel Luca Gibillini, «servono a tenere bassi i costi di accesso alla piscina e sostenibile economicamente la gestione».

Il capogruppo Pdl Alan Rizzi ha precisato che la giunta Moratti «non ha mai autorizzato la festa» e ha presentato un'interrogazione all'assessore allo Sport Chiara Bisconti per chiedere «quali zone saranno a disposizione e se sarà usata la vasca centrale».

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