Fi lancia la volata finale su sicurezza e affidabilità

I candidati marcano la distanza da Pd e 5 Stelle No a centri sociali e clandestini, sì al modello Sesto

Fi lancia la volata finale su sicurezza e affidabilità

Almeno 500 persone rimangono fuori dal teatro e devono accontentarsi di assistere alle due ore del Berlusconi-show sul maxischermo. Il Manzoni è tutto esaurito per la kermesse di Forza Italia. «Soffia un vento di centrodestra nel Paese e questo aiuta anche il candidato governatore Attilio Fontana, che sta passando da una piazza all'altra della Lombardia, è instancabile e sta convincendo gli elettori. È una persona capace, è stato un ottimo sindaco di Varese». A una settimana dal voto la coordinatrice regionale di Fi Mariastella Gelmini è «ottimista» sui due fronti, Politiche e Regionali. Lascia la prima fila, dove sono seduti i «colonnelli» del partito in campo nei collegi del territorio, da Licia Ronzulli a Paolo Romani, Federica Zanella, Adriano Galliani, Laura Ravetto, Valentina Aprea, per salire sul palco e marcare la distanza da Pd e 5 Stelle: «Noi non siamo quelli dei bonus o della decrescita felice, ma quelli della Legge Biagi, dell'aumento delle pensioni minime a un milione delle vecchie lire, quelli che di fronte all'emergenza post terremoto hanno risposto in pochi giorni. Ad Amatrice dopo un anno e mezzo sono ancora nelle casette». E diffida dal credere alle «chiacchiere dei grillini: alla prova del governo non riescono neanche ad addobbare un albero di Natale, a Roma è costato il doppio del solito e non era neanche bello». La storia di «Spelacchio» ha fatto il giro del web. Racconta di aver visitato il boschetto della droga a Rogoredo («una situazione insostenibile») e ribadisce che Fi sta «dalla parte delle forze dell'ordine, non strizziamo l'occhio ai centri sociali per un voto in più». La kermesse arriva il giorno dopo il comizio di Matteo Salvini in piazza Duomo. «Ho visto una manifestazione tranquilla, con una Lega di governo, e il Salvini moderato personalmente lo preferisco».

Giulio Gallera, capolista Fi a Milano per la Regione, sottolinea che in politica «ci si legittima coi risultati, Fi non parla con gli slogan ma coi fatti». La deputata Laura Ravetto incita la platea: «L'unico voto utile siamo noi, non quello a un capocomico che dà ordini a una setta», non serve citare Beppe Grillo e 5 Stelle, il pubblico applaude.

Silvia Sardone, che tenta il salto dal Comune alla Regione, insiste sul tema dei centri sociali con cui «la sinistra va a braccetto, noi stiamo con le forze dell'ordine. In via Padova hanno occupato gli ex bagni i e lucrano sugli immigrati facendo pagare 10 euro a pasto». La Sardone, compagna del sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano, ricorda che «6 mesi fa abbiamo espugnato l'ex Stalingrado d'Italia e dove governa il centrodestra il sindaco ha firmato 200 daspo urbani contro gli abusivi, ha portato i presepi nelle scuole perché i nostri valori e le nostre tradizioni vanno difese». Modello per l'Italia e la Lombardia. Applausi «da stadio» per l'ex ad del Milan Adriano Galliani, candidato al Senato: racconta i suoi 39 anni al fianco di Berlusconi, dal primo incontro nel '79 per mettere in cantiere la futura Mediaset passando dalla creazione di Milano 2, l'acquisto del Milan («che ha portato subito sulla vetta del mondo»), la fondazione di Fi.

«Vicino a lui per 40 anni ho fatto più di un Master ad Harvard». Berlusconi, chiude il coordinatore cittadino Fabio Altitonante, «ha dato a tutti noi la carica per fare gli ultimi metri e andare a vincere in Lombardia e in Italia. La gente è con noi».

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