Ai pompieri giunti laltra notte sotto il cavalcavia Bacula di piazzale Lugano è sembrato di avere un déjà vu. Quando, davanti al telegiornale, hanno rivissuto la scena: sotto il ponte cenere e macerie, il fumo e il panico di chi lotta per scampare alle fiamme. Per loro il ponte era quello della Ghisolfa, le baracche incendiate quelle di una decina di nomadi che da qualche tempo aveva trovato rifugio nella polvere e nellimmondizia ai margini dei binari delle Nord. A Livorno sono morti quattro bambini, a Milano per fortuna solo feriti: due rom romeni di 30 e 36 anni, il più giovane è rimasto ustionato alle gambe e ora è ricoverato al Niguarda, ma fuori pericolo. Laltra persona, lievemente intossicata, è stata dimessa poco dopo la visita al Fatebenefratelli. Lintervento di vigili del fuoco e forze dellordine ha evitato che il rogo attaccasse le altre roulotte sistemate sotto il cavalcavia e la carreggiata al di là dei pilastri. Probabile lorigine accidentale, sebbene in casi come questo sia difficile escludere la natura dolosa.
Episodi che stanno diventando «normale amministrazione» negli ultimi sei mesi e in particolare durante lestate; puntualmente si ringrazia la sorte e le squadre di soccorso per aver evitato la tragedia. Da giugno a ieri sono stati almeno cinque gli incendi di portata rilevante scoppiati tra gli insediamenti abusivi che continuano a sorgere quasi in ogni area dismessa della città. Allombra della tangenziale, a Chiaravalle, in via San Dionigi. Luoghi di frontiera «appetibili» per un esercito di disperati che singrossa col passare dei mesi, al ritmo di 25mila arrivi lanno solo in Lombardia (stime Ismu).
«Una situazione drammatica», la definisce il vicesindaco Riccardo De Corato. «Finché dura linvasione di rom provenienti dai Paesi dellEst appena annessi nellUnione europea, per noi sarà praticamente impossibile fare qualcosa di definitivo per risolvere la questione», ammette con amarezza De Corato. «Gli sgomberi rischiano di essere un palliativo, con lunico effetto di spostare gli abusivi da un isolato allaltro. Il problema è che in Italia non esiste una legge per regolamentare lafflusso dei presunti nomadi. Qui a Milano l appiglio sono due ordinanze firmate dagli ex sindaci Tognoli e Pillitteri. Per il resto, i Comuni sono abbandonati da un governo che non fa nulla per limitare lemergenza. In compenso - denuncia il vicesindaco - le posizioni ambigue tenute da chi ha interesse a favorire lillegalità trovano ascolto proprio presso alcune forze politiche che sostengono Prodi». Parole che acquistano un significato politico anche alla luce delle ultime dichiarazioni del ministro per la Solidarietà sociale, Paolo Ferrero di Rifondazione: «Il ministero può fare ben poco, le competenze maggiori sono invece dei Comuni delle Regioni. Ma sta per partire un progetto di residenza in cinque grandi città campione e destinato a chi vive nei campi nomadi». Rimpallo delle responsabilità che anticipa laffondo: «Tutte le volte che si vogliono investire fondi nella causa rom, si alza e si mette di traverso qualche rappresentante di certi partiti...».
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