Il consiglio al pubblico - lanciato anche dal direttore artistico della Filarmonica, Ernesto Schiavi - era di arrivare con un anticipo ancora maggiore rispetto agli anni passati, proprio perché i controlli stavolta sarebbero stati più approfonditi. Consiglio assennato, consiglio accettato. Anche troppo. Gli stranieri - rispetto alla fama d'inaffidabilità dell'italiano-tipo - sono davvero scrupolosi nel seguire le indicazioni nelle occasioni ufficiali, soprattutto se di folla. Così ieri pomeriggio, con la stazione della metropolitana già chiusa da un'ora e mezzo, sotto la canicola delle 16.30 (32°), un gruppo di circa 100 ragazzi e ragazze di una scuola superiore polacca era già in fila per la quinta edizione del «Concerto per Milano» della Filarmonica della Scala diretta dal maestro Riccardo Chailly. Nonostante le prime entrate sarebbero cominciate solo dopo le 18, attraverso 4 varchi, dove venivano fatti i controlli con metal detector. Naturalmente i giovani in questione grondavano sudore.
«No, non siamo qui per il concerto - spiega uno degli insegnanti in un inglese perfectly british -, stiamo facendo un giro per l'Italia e oggi, passando per Milano, abbiamo deciso di partecipare al concerto, lo consideriamo un'occasione unica». Di unico, o comunque di nuovo, ieri sera, c'erano molte rigide regole: la posta in gioco più alta era infatti quella della sicurezza. Sul sagrato del Duomo, infatti, oltre alla Filarmonica, è andato in scena il primo vero test di piazza per le nuove misure di sicurezza, concordate da Palazzo Marino e dalla Prefettura con il Comitato antiterrorismo di Roma in base alla circolare del capo della polizia Franco Gabrielli, dopo i fatti di Manchester e di Torino. Un evento pubblico e gratuito, ma soprattutto blindato. Con 500 uomini delle forze dell'ordine e della polizia locale, in divisa e in borghese, che hanno bonificato l'area di 200 metri, dopo averla chiusa, già a partire dalle 15. Una zona recintata da transenne, in cui era proibita la vendita e il possesso di contenitori di vetro, lattine, superalcolici (sopra i 21 gradi, con l'impossibilità di consumarli anche all'esterno dei locali nel raggio di 200 metri dal Duomo), bottiglie di plastica con il tappo, materiale esplosivo, ma anche lo street food. Mentre gli steward che, contapersone alla mano, selezionavano le 21mila presenze imposte dal numero chiuso. Mentre il sito della Filarmonica consigliava di non portare zaini per evitare controlli troppo lunghi all'evento. Controlli che si sono attivati anche durante il deflusso, alla fine del concerto, proprio per evitare proprio situazioni come quella di Manchester. Tra le novità decise per l'occasione, come annunciato nei giorni scorsi, c'è stata l'introduzione del numero chiuso in Duomo, varchi di accesso controllati, metal detector, barriere anti panico e il divieto.
Le linee guida generali sulla sicurezza saranno quindi di nuovo tarate durante un nuovo incontro del Comitato per l'ordine e la sicurezza, in vista della vera sfida di domenica: il concerto di Radio Italia, dove gli organizzatori prevedono - anche considerando due maxischermi in Cordusio e all'angolo tra la cattedrale e piazza Fontana - circa 100mila persone.
Fino all'ultimo si è pensato di estendere l'area della folla fino a piazza Cordusio.
Fino all'ultimo l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, come già in settimana, ha insistito sul fatto che chi fosse stato sorpreso con del materiale proibito, sarebbe stato anche multato. E anche stavolta tutto è andato come doveva: bene.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.