Cronaca locale

Finale scudetto Contro Caserta

Bollate spera, lotta, sogna. Ventiquattro finali nel softball, il baseball al femminile: un record, con il tredicesimo scudetto a portata di mano. Quelle ragazze vincenti, 7 anni dopo l'ultimo successo tricolore a Macerata, tentano l'assalto al titolo contro il Caserta (1-1 nella serie dopo le prime due partite giocate ieri e prima del ritorno di sabato in Campania). Quella del Bollate è una storia bellissima, che inizia nel novembre 1969. Undici anni prima era nato il baseball, nella Cascina delle Monache. Ma sarebbe stato il softball a regalare trionfi sul diamante di Ospiate, una volta adatto a riso, frumento e granoturco, poi terra di scudetti. Nel '72 il primo di una lunga serie di tricolori. 54 titoli vinti, dalla serie A alle giovanili. Grazie ad una grande famiglia, quella dei Soldi, che tiene alto il nome di Bollate e coinvolge la città intera quando è il momento clou. Una dinastia votata al softball. Una vita spesa dietro a guanto, mazza e palla. Tino, presidente e fondatore della società con i fratelli Chicco e Guido, è l'allenatore italiano con il maggior numero di scudetti conquistati (8). Altri due, Paolo e Davide, più tre sorelle, Maria, Maddalena e Rita, unica a non avere risposto al richiamo del diamante. Oggi, in campo, va la seconda generazione: Luigi (35 anni di cui 11 alla guida della squadra finalista), Roberta, Daniela, Alessandra e Monica. E la terza, con diverse promesse tra cui la 17enne Alice, che già spara palle veloci dalla pedana di lancio.
«Da tre anni Caserta è campione d'Italia, siamo pronti a dare battaglia fino alla quinta gara - dice il manager Luigi Soldi - Le ragazze hanno carattere, si arrabbiano per gli errori, vogliono vincere. Le conosco bene, danno da fare, ma continuano a regalarmi soddisfazioni come questa finale»
Il softball è Bollate, Bollate è il softball. In squadra diverse figlie d'arte come Valentina Marazzi, figlia di Gaetano, azzurro del baseball negli anni '70-'80, e Valeria Bortolomai, che dirige il gioco dietro la casa base. A 6 anni praticava il baseball, a 12 è passata al softball. Papà Daniele e zio Gianni hanno militato nel Milano e nel Bollate, il fratello Alessandro gioca con il Senago Milano United e mamma Manuela vanta qualche tricolore in bacheca. In azzurro, Valeria ha debuttato a 14 anni, oggi ne ha 23, e pochi giorni fa è rientrata dalla Coppa Campioni, in prestito alle Tex Town Tigers olandesi (terze): «L'ultimo scudetto è del 2005, c'ero anch'io, primo campionato da titolare. Una sfida impossibile contro Macerata, fortissime, tutte nel giro della Nazionale. Vincemmo alla quinta. Con le compagne siamo cresciute e giochiamo da sempre insieme, ci frequentiamo anche dopo gli allenamenti e le partite. Questa è la nostra forza rispetto agli altri club». Due olandesi, Saskia Kosterink e Lindsey Meadows, perfettamente integrate. Sul monte di lancio svetta Greta Cecchetti. Studia psicologia alla prestigiosa Università Texas A&M di Corpus Christi, è tornata sabato pomeriggio dagli USA per dar man forte alla compagne. E ieri in gara due ha firmato la vittoria per 2-1.

Bollate, 9 squadre, circa 200 atlete, 40 tecnici ed una sessantina tra dirigenti e collaboratori, è un fenomeno che ha contagiato l'hinterland milanese.

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