Dalla finanza alla salute Ora Milano si candida per l'eredità di Londra

La città punta all'Autorità bancaria europea Maroni: «L'Agenzia del farmaco venga qui»

Sabrina Cottone

La finanza soffre, come dimostrano i titoli bancari (e non solo) in caduta e la Borsa di Milano in netto ribasso. Eppure è proprio dal mondo delle banche che potrebbero arrivare nuove opportunità economiche. Lo pensano, e lo sperano, molti politici e operatori. E se il presidente Abi, Antonio Patuelli, lancia l'idea di ospitare l'Eba, l'Autorità bancaria europea, il presidente della Regione, Roberto Maroni, candida Milano a essere sede dell'Agenzia europea del farmaco, che è proprio a Londra. Grande entusiasmo di Farmindustria, che ritiene l'Italia «la sede naturale dell'Agenzia europea del farmaco».

Il neo sindaco, Beppe Sala, invita a giocare le carte milanesi puntando sul city airport: «Non dobbiamo sottovalutare la nostra qualità. Tra qualche anno si andrà da San Babila a Linate in 13 minuti e c'è tutta una serie di mondi attenti a questi aspetti». A sfoggiare ottimismo anche il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: «Milano può candidarsi come piazza finanziaria internazionale in grado di subentrare a Londra». E il contesto può fornire ragioni per investire sull'ipotesi.

Le banche d'affari presenti a Londra finora hanno il passaporto europeo e con esso la possibilità di operare in tutta Europa. Dopo l'uscita dall'Unione europea, tutto ciò non sarà più possibile per la Gran Bretagna e la City perderà il suo ruolo strategico in Europa. È in questo contesto che Milano può candidarsi, offrendo situazioni finanziarie favorevoli che attirino le banche in cerca di nuove sedi, i traders, gli operatori e tutti gli interessati a trovare un'alternativa alla City. In questo momento si è parlato più di altre piazze, come Madrid o Dublino, soprattutto perché l'Irlanda offre situazioni finanziarie molto favorevoli. Questo è il motivo per cui tocca ancora una volta alla politica assumere l'iniziativa e offrire condizioni competitive.

Torniamo alla partita che riguarda le sedi delle associazioni europee. Partiamo dall'Eba, che cambierà presto sede. Al momento, l'autorità che con la Bce ha il compito di sorvegliare le banche, si trova a Londra ma l'Ue, secondo fonti che arrivano da funzionari di Bruxelles, è pronta a spostarla. E se per la sede Eba sono in pole position soprattutto Parigi e Francoforte, non è escluso che tra i due litiganti sia il terzo a godere e che la sede possa essere Milano.

La richiesta di spostare la sede Eba a Milano è partita da Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, l'Associazione bancaria italiana. Secondo Patuelli, «l'Italia ha tutti i requisiti per ospitare l'Autorità bancaria europea» e «l'Italia deve anche sforzarsi di attrarre i capitali finora a Londra e che vorranno rimanere nell'Unione europea». Una proposta, quella di Patuelli sulla sede Eba, rilanciata anche da Carlo Messina, amministratore delegato di Banca Intesa. L'Eba ha 159 dipendenti e al momento il presidente è italiano: era stato proprio lui, Andrea Enria, ad anticipare che, in caso di Brexit, l'authority avrebbe dovuto lasciare Londra.

Nei giorni scorsi anche analisti come Andrea Goldstein, managing director di Nomisma, hanno fatto previsioni positive per il futuro finanziario di Milano: «C'è la speranza che qualche banchiere londinese si trasferisca a Milano, perché se

la City di Londra perde il suo ruolo centrale nel mercato finanziario europeo, funzioni come quelle di traders, analisti, banchieri potrebbero trovare nuova sede a Milano». Si attendo nuovi motivi concreti perché accada.

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