Fisco record a Milano Le imprese soffocano: «Ripartiamo da Expo»

L'Assolombarda denuncia un'imposizione alle stelle E chiede più agevolazioni

Maria Sorbi

È il momento di cambiare rotta. Troppe tasse, troppa pressione fiscale. L'allarme arriva da Assolombarda che denuncia un soffocamento delle imprese diventato insopportabile. Tra Imu, Tasi e Tari, uffici e capannoni industriali nel 2015 hanno pagato l'1% in più rispetto all'anno precedente. Ma se il dato viene paragonato al 2012, la percentuale di aumento ha superato il 9%. E Milano resta, incontrastata, in cima alla classifica dei comuni con le tasse più pesanti, seguita da Sesto san Giovanni, Rozzano e Bollate. La politica di Giuliano Pisapia per cercare di far cassa si è accanita sugli imprenditori e ha messo sotto torchio chi crea posti di lavoro e chi ha cercato in tutti i modi di sopravvivere alla crisi. Il quarto rapporto sulla fiscalità locale di Assolombarda descrive una situazione in cui gli uffici, negli ultimi quattro anni, si sono trovati a pagare una media di 650 euro all'anno in più di tasse. E i capannoni industriali oltre 3.500 euro.

«Eppure - sostiene il vicepresidente di Assolombarda Carlo Bonomi (nella foto) - è più che mai necessario rendere attrattivo il nostro territorio perché le imprese non smettano di investire e non fuggano da qui».

L'antidoto per il rilancio ha un nome preciso: post Expo. E il destinatario a cui indirizzare l'appello anche: «Ci rivolgiamo alla prossima amministrazione comunale - sostiene Bonomi - alla quale diciamo, fin da adesso, che è importante giocare bene la partita della cosiddetta Silicon Valley italiana nell'area Expo, senza perdere ulteriore tempo. Vanno studiate delle politiche fiscali sul territorio». Se si costruisse un piano di agevolazioni fiscali per le imprese, la cittadella delle tecnologie sull'area Expo potrebbe essere una grande opportunità. «E potrebbe anche fare da modello per il resto d'Italia» sono convinti gli imprenditori.

Assolombarda chiede che sia ridotta la pressione fiscale e ha in mente un piano per migliorare le cose, a cominciare da procedure meno complicate. Come a dire: va bene pagare le tasse, ma almeno che sia semplice farlo. E poi suggerisce di rendere esenti dalle imposte gli immobili strumentali. Detto questo, qualche nota positiva c'è. Ad esempio gli imprenditori accolgono di buon grado la sospensione per il 2016 degli aumenti delle imposte locali prevista dalla legge di stabilità (tranne per la Tari). Ma non vorrebbero «cantare vittoria» troppo presto. Mettono invece nero su bianco qualche stelletta di merito ad alcuni comuni dell'hinterland tra i quali purtroppo non c'è Milano. Rho e Sesto San Giovanni hanno previsto agevolazioni per le nuove start up, Lainate ha rimodulato il carico Imu/Tasi a favore delle imprese, Baranzate sta per siglare un nuovo protocollo sui tributi locali. «A Cinisello - spiega Bonomi - abbiamo affiancato un'impresa per un contenzioso con il Comune riguardo al conguaglio Tia (tariffa igiene ambientale) e le abbiamo fatto ottenere un rimborso di 120mila euro. In generale, da parte nostra c'è il massimo dialogo con le amministrazioni, ma la confusione sui tributi è parecchia». Confusione a parte, resta inconfutabile un dato: Milano è la capitale delle tasse.

«Se mai qualcuno avesse ancora dei dubbi sull'impennata di tasse durante l'amministrazione di centrosinistra - commenta il rappresentante di Fdi, Riccardo De Corato - adesso sono fugati del tutto: il Pd si conferma stangatore del portafoglio dei milanesi».

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