Flick: «Per Expo tempi stretti ma ce la faremo»

«I tempi sono molto serrati»: Giovanni Maria Flick, il presidente emerito della Corte Costituzionale, deve ammettere che per realizzare a Milano l'esposizione mondiale che aprirà il primo maggio 2015 c'è da correre. Ma lui, da poco nominato delegato del commissario straordinario Expo Giuliano Pisapia, e che ha fatto il suo «debutto» assistendo a Venezia all'anteprima del docu-film «Exchanges Expo cambia il mondo», è fiducioso.
«L'amministratore Giuseppe Sala ha sottolineato che i tempi ci sono, se ci si rimbocca le maniche - ha spiegato -.
Personalmente sono sempre ottimista e dalla settimana prossima con il sindaco comincerò a dare una mano». Uno l'obiettivo: coniugare efficienza e legalità. Flick ha accettato l'incarico di delegato del commissario straordinario Giuliano Pisapia proprio per questo. La ragione principale è quella di «dare una mano per coniugare efficienza e legalità perché - ha spiegato - meno di mille giorni (cioè quanto manca ad Expo, ndr) sono pochi e c'è il rischio che l'efficienza spinga a trascurare la legalità o che una legalità solo formale rischi di paralizzare l'efficienza» a suon di burocrazia.
Anche la seconda ragione per cui Flick ha assunto questo incarico ha a che fare con la sua carriera di giurista: «Ci si rende conto che bisogna affrontare schemi giuridici nuovi: i beni comuni, come cibo e acqua. È un approccio nuovo.

Siamo abituati a ragionare che se i beni sono di tutti, allora non sono di nessuno».
E il tema dell'Expo, nutrire il pianeta, rispetto a questo e alla consapevolezza che beni culturali e paesaggistici sono «il nuovo o forse il vero petrolio italiano», è essenziale.

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