Folla per l'ex Blues Brothers Vodka e autografo: 80 euro

Se ti chiami Dan Aykroyd e hai un posto fisso nell'immaginario collettivo di due o tre generazioni, e ciò nonostante il destino ti porta a passare un lunedì sera di maggio a Milano autografando bottiglie di vodka a forma di teschio, una domanda sorge inevitabile: ma quanto si starà rompendo le scatole, stasera, Dan? E invece Donna dice che non è vero niente. Donna lo conosce bene perché è sua moglie. Anche Donna Dixon non è una da poco: è stata miss Washington, poi attrice, e sul set di Doctor Detroit ha conosciuto Dan. Lunedì sera Donna è uno spettacolo da un metro e ottanta di opulenza leopardata che se ne sta sul marciapiede di via Sanzio intanto che Dan firma teschi. «No, lui non si annoia. A lui piace la gente, e riesce a divertirsi in tutto quello che fa. In ogni cosa ci mette il cento per cento. Per questo gli riesce tutto così bene».
A ben pensarci, più ancora del fatto che Dan sia qui è strabiliante il fatto che ci sia un sacco di gente disposta a sborsare ottanta euro per una bottiglia di vodka per farsela autografare da lui. Niente bottiglia, niente autografo. Le regole sono precise, e una security che sembra quella di Obama vigila sul rispetto delle norme. 1) scucire quattrini 2) prendere bottiglia 3) attaccare il post-it con il proprio nome in modo che Dan sappia a chi fare la dedica 4) mettersi in fila alla transenna e aspettare il proprio turno 5) quando Dan fa cenno di avanzare: stringergli la mano, dargli la bottiglia, sedersi accanto a lui, farsi immortarlare. Trenta secondi, e avanti un altro.
C'è un po' di tutto, nel pigia pigia che aspetta Dan, comprese signore che mandano via i venditori di rose dicendo «scusa non ho soldi, devo pagare l'Imu sulla seconda casa»: e ovviamente un sacco di gente vestita in completo scuro da Blues Brothers. Uno è addirittura una specie di sosia di John Belushi, e quando arriva Aykroyd insieme alla vodka gli porta da firmare un quadro gigantesco con l'immagine classica del film rivisitata a graffito. Dan firma anche il quadro senza emozionarsi troppo. E viene da domandarsi come sia convivere da più di trent'anni con il proprio mito. Perchè dai tempi dei Blues Brothers Aykroyd ha attraversato molti film, e tra questi almeno due successi colossali: ma per il mondo lui è ancora Elwood che va a prendere Jake all'uscita dal carcere. Ne sarà un po' stanco, ne sarà un po' schiavo? Deve essere dura, trentatrè anni dopo, andare in giro ancora con gli occhiali scuri anche di notte.
Dopo la vodka, Dan si trasferisce in un'altro locale a firmare bottiglie di grappa: a conferma di una passione per i superalcolici che aiuta a spiegare un vistoso appesantimento del fisico, rispetto ai tempi in cui era «in missione per conto di Dio».

«Milano is wonderful», dice Donna Dixon: per forza, avete beccato l'unico giorno di sole degli ultimi tre mesi. Ieri Dan vola via. Ma in lontananza, tra i platani, è come se qualcuno stesse cantando ancora Everybody needs somebody to love.

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