Folle corsa contromano, sperona e ferisce 8 agenti

Pregiudicato fugge in tangenziale su un'auto rubata. Solo per miracolo evitata la tragedia

Paola Fucilieri

Forse la mattina si è più propensi, tra uno sbadiglio e un caffè trangugiato in fretta, a credere agli sconosciuti e a porgere il fianco. Si ha fretta, si va al lavoro, all'università e altro ancora: troppi pensieri, il traffico impazzito, poco tempo per riflettere su chi possano essere veramente «gli altri» e su chi siamo «noi». Inizia infatti proprio da una situazione di questo tipo, ieri mattina, un inseguimento in auto tra le «volanti» della polizia e un rapinatore napoletano fuggito dagli arresti domiciliari. Una corsa folle tra la periferia e la tangenziale est che poteva trasformarsi in tragedia se solo il coordinamento della centrale operativa della questura - e una buona dose di fortuna - non l'avessero impedito. Il malvivente, infatti, proprio in tangenziale, alla guida di una Peugeot 206 rubata, per sfuggire le vetture degli agenti che lo inseguivano, improvvisamente ha invertito la marcia, andando contromano per circa cinque chilometri sulla medesima corsia dove prima viaggiava regolarmente e rischiando quindi moltissimo. Risultato di tutta questa brutta avventura: quattro macchine della polizia speronate e distrutte, otto agenti contusi e un frontale tra il rapinatore e l'autista di un camioncino rimasti, anche loro miracolosamente, illesi. Mentre il traffico restava bloccato per oltre un'ora, in cella è finito Giuliano Abruzzese, pregiudicato napoletano, agli arresti domiciliari a Milano in un appartamento in via Paravia (zona San Siro).

Tutto comincia però dall'altra parte della città, in via Amadeo, a Lambrate, poco dopo le 8. È lì che uno studente di 22 anni viene abilmente abbindolato dal pregiudicato. Il balordo finge infatti di venire urtato da uno specchietto della Peugeot 206 guidata dal giovane e si fa accompagnare da lui in auto per un po'. Il ragazzo, forse ancora un po' addormentato, non dubita che quell'uomo abbia bisogno di lui, lo fa salire in macchina. E quando l'altro a un certo punto gli chiede di accostare e poi lo spinge fuori dall'auto, il giovanottone cerca di reagire, ma inutilmente.

La rapina della vettura viene denunciata alla polizia e un'ora e mezza più tardi in questura localizzano il suo Gps in viale Monza. Alla guida dell'auto portata via allo studente, il rapinatore sta infilandosi in via Valtorta, quando si accorge di essere inseguito prima da tre «volanti» dell'Ufficio prevenzione generale (Upg), poi anche da un una vettura del reparto Prevenzione e crimine che si trovava in zona e il cui equipaggio ha sentito dell'accaduto via radio. Dopo aver percorso ad altissima velocità tutta la via Palmanova, il pregiudicato entra in tangenziale est da Cascina Gobba. Prosegue quindi senza colpo ferire, nei pressi dell'uscita «C.a.m.m.», sperona due volanti che cercano di accerchiarlo, quindi, improvvisamente, inchioda, sterza a 90° a sinistra e inverte la marcia ripartendo contromano.

Le auto della polizia lo inseguono ancora, cercando di evitare, con manovre difficilissime, uno scontro frontale con altre vetture. Dopo circa cinque chilometri Abruzzese finisce la sua folle corsa scontrandosi contro un furgoncino: lui e l'autista, contrariamente ai poliziotti, restano illesi.

Il 29enne, oltre ad aver violato i domiciliari, dovrà rispondere di rapina impropria, lesioni ma anche di resistenza e danneggiamento aggravato: nonostante la collisione, ha continuato a lottare opponendosi all'arresto. Viene considerato dalle forze dell'ordine una sorta di pericolo pubblico.

Ai domiciliari dal 14 febbraio per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, ha precedenti per truffa, evasione, tentato omicidio, ricettazione e contestazioni al codice della strada. Infatti, per ammanettarlo, gli agenti hanno dovuto usare lo spray al peperoncino.

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