Mario Mantovani prende le distanze dall'assessore leghista Cristina Cantù sulle critiche ai fondi Nasko, gli aiuti alle donne per aiutarle a non abortire. Il vicepresidente della Regione, esponente di Forza Italia, non accetta le accuse di «difetto di umanità» arrivate su Avvenire da don Luca Bressan, uno dei vicari del cardinale Scola. O meglio, le dirotta verso l'assessore interessato: Cantù aveva parlato di una revisione degli aiuti per non abortire che rendesse più difficile l'accesso ai fondi per le donne immigrate. Tra le proposte 5 anni di residenza obbligatoria e reddito Isee ancora più basso. Proposte criticate anche dalla Caritas. «Sul Fondo Nasko non vi è stata alcuna determinazione della giunta, se non una presa di posizione personale e non condivisibile dell'assessore Cantù. Prima di esporre la giunta, sarebbe opportuno che l'assessore riflettesse» osserva Mantovani. L'assessore alla Sanità si è detto certo che «sul sostegno alla maternità si troverà una sintesi convincente, come auspicato da Maroni». Con una certezza: «Se chiamato a votare su provvedimenti non condivisi, non avrò dubbi nello stare dalla parte della vita. Quando nascono i bambini, non si può guardare di che colore sono.
Il rispetto della dignità della persona che nasce è fondamentale: un controsenso rispettare solo i bimbi di donne che vivono da cinque anni in Lombardia. È un principio sacrosanto. Vigilanza assoluta, invece, se qualcuno ne approfitta».SCot- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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