Fuga da Milano: 8.000 imprese scelgono il mare

Adesso basta, cambio vita. Chissà a quanti di noi, strangolati dalle ansie del tran tran metropolitano, è venuta in mente almeno una volta la fatidica idea meravigliosa, quella di una quotidianità più essenziale, a contatto con la natura e soprattutto con il mare, archetipo di libertà. Soltanto un attimo, per poi essere immediatamente risucchiati dal cinico realismo e dalla paura dell'ignoto. Eppure c'è chi il fatidico salto lo ha fatto davvero, anzi sarebbero sempre di più i milanesi che hanno sistemato armi e bagagli per aprire un'attività in zone marittime, alla ricerca di una migliore qualità di vita. Più di ottomila, secondo una statistica recente della Camera di Commercio di Milano. Parliamo di un tipo di emigrazione ben diversa rispetto a quella giovanile che sceglie l'Europa o l'Asia per cercare lavoro (Lo scorso anno i lombardi under 30 che hanno trasferito la propria residenza oltre confine sono stati 13.156, meta preferita la Germania). Qui parliamo soprattutto di gente di mezza età che, specie quando la congiuntura era più favorevole, si è trasferita in zone balneari aprendo un'attività in proprio, spesso agli antipodi rispetto a quella precedente. Come il caso del milanese F.L., ex agente immobiliare di 51 anni, che 16 anni fa ha mollato tutto per trasferirsi a Viareggio e aprire un'agenzia matrimoniale. «Volevo vivere in una località più a misura d'uomo, con un clima migliore e vicino al mare. Il bilancio? Positivo, ma è un'avventura in cui mi sono buttato alla fine degli anni Novanta quando l'economia girava ancora, e poi non avevo una famiglia a carico. Oggi non so se lo rifarei e a mio avviso chi vive in Lombardia e ha un lavoro è meglio che ci resti, oppure vada all'estero...».
Crisi o no, il mare nostrum continua ad essere l'oscuro oggetto del desiderio di tanti neoimprenditori e, per rendersene conto, basta dare un occhio ai dati di Camera di Commercio che oggi vedono oltre ottomila imprese con titolare milanese nelle zone costiere (su un totale di 86mila). La meta preferita manco a dirlo è la Liguria, ovvero il mare più vicino a Milano, con 1.300 attività. Seguono a ruota la Puglia (un migliaio), la Toscana (784) e la Sicilia (738). La maggioranza delle imprese è stata aperta nel Genovese, 501 di cui 211 nel capoluogo ligure, 52 a Rapallo e 44 a Chiavari. Chi però pensa soltanto al classico lido o al bed & breakfast deve ricredersi perchè in molti casi si tratta di attività che hanno una forte incidenza sul territorio. A Savona, che si colloca al quarto posto, le 392 imprese create da milanesi pesano per il due per cento sul totale delle attività della provincia.
Molti sono coloro che si sono dati al settore alberghiero. Come nel caso di Mauro Alfio, titolare dell'Hotel Europa di Arma di Taggia in provincia di Imperia. Aveva solo 12 anni quando alla metà degli anni Settanta la sua famiglia si trasferì da Milano in Liguria per aprire una locanda lontano dalle tensioni di un periodo difficile. «All'inizio è stata un po' dura, ma poi ci siamo ambientati e oggi sono felice, anche se il turismo non è più quello di una volta».

La milanese Gigliola Tassini vive ormai da una vita all'Isola d'Elba dove ha comprato cinque ettari di terreno e produce olio. «Ripensamenti? Quando i figli erano adolescenti meditavamo di tornare per farli studiare a Milano. Poi abbiamo cambiato idea».

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