Cronaca locale

Il Fuori Salone dei residenti. ​Tra lamentele e tolleranza

Siamo andati in via Tortona a curiosare e chiedere cosa ne pensano. Ecco il risultato

Il Fuori Salone dei residenti. ​Tra lamentele e tolleranza

Come ogni grande evento, anche il Fuori Salone 2015, iniziato da appena due giorni, porta con sé il suo strascico di retroscena. Non solo eventi glam, party alcolici e carovane di curiosi a riempire le stradine dei distretti cittadini coinvolti nella grande esposizione a cielo aperto. Insieme ai turisti e agli appassionati di design, negli splendidi cortili di via Tortona, aperti al pubblico per l’occasione, abbiamo scambiato due chiacchiere con qualche residente, qualcuno, cioè, che il Fuori Salone lo vive anche e soprattutto quando le luci dei riflettori si sono spente e il vociare confuso dei curiosi si è diradato.

Un anziano signore che siede su un gradino, intento a guardarsi intorno, fuori dai denti ci dice: “Non ne possiamo più, la gente non trova i bagni pubblici e fa i propri bisogni dove gli capita. Il problema è l’inciviltà ma il Comune non ci dà una mano a risolvere il problema”. Non è il solo a lamentarsi con le istituzioni. Qualcun altro si lamenta di non riuscire più a dormire per il rumore che si protrae fino a tarda notte. Quando proviamo a chiedere ad una elegante signora che spunta da un portone come sta vivendo questa settimana del Fuori Salone, ci confessa con un pizzico di amarezza che purtroppo non vengono rispettate le regole sugli orari di chiusura serale dei locali, che ciascuno fa ciò che vuole. “Mi dispiace dirlo, ma è normale che i residenti si lamentino e scappino lontani da Milano, specie per il weekend conclusivo quando si trasforma tutto in un delirio assoluto”.

Parere comune, anche dei più tolleranti, è che il traffico e la gestione dei parcheggi diventa sempre più insostenibile, ad ogni anno che passa. Le strade del distretto di via Tortona vengono chiuse e i residenti non possono circolare, né posteggiare le proprie auto. Anche chi possiede un box privato fa molta difficoltà a raggiungerlo a causa della folla che riempie le vie e dei divieti d’accesso temporanei che campeggiano tra i vicoletti. Ma come sempre, ci sono i più positivi, quelli che vogliono salvare l’anima buona del Fuori Salone. “È bello che ci sia gente in strada, che ci sia così tanta vita in questi quartieri che, altrimenti, resterebbero desolati come il resto dell’anno”- ci dice una donna sulla quarantina in sella ad una bici dall’aspetto un po’ retrò; “Sono una mamma single e mi fa piacere uscire con il passeggino con la mia bambina. Stare in mezzo alla gente è piacevole” chiosa. “È solo per una settimana all’anno, metterò la macchina un po’ più lontano e farò due passi a piedi, camminare fa bene. Non vedo quale sia il problema”, dichiara serena una giovane donna dal capello corto e ribelle, impeccabile nel suo completo pantalone grigio, pronta per una giornata di lavoro. Variegato e complesso il mosaico di persone che incontriamo nel nostro tour mattutino tra le stradine del Fuori Salone, in via Tortona. Eterogeneo e diverso al punto da non consentire un giudizio complessivo. Difficile, dunque, rispondere alla domanda “come i residenti vivono il Fuorisalone”. Tanti i pro, numerosi i contro.

Opinione comune: “Possiamo ancora migliorare per il prossimo anno”.

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