Fuori Tono

L'occasione più ravvicinata per incontrare il principe dell'orchestra sinfonica e non è lunedì 11 luglio nella splendida cornice della Chiesa di San Sepolcro, sul retro del palazzo che ospita la biblioteca Ambrosiana. In programma le sonate di Antonio Vivaldi eseguite dal solista Enrico Casazza, accompagnato dalla Magnifica Comunità. Due le sessioni esecutive: la prima alle 18.30 e la seconda alle 20.30.

L'occasione è il festival internazionale di musica antica «Milanoartemusica», direzione artistica a cura di Maurizio Salerno. Si sarà capito, parliamo di Sua Altezza il violino. Esponente di spicco della famiglia dei cosiddetti archi, non smette di suscitare curiosità e voglia di approfondire. Un esempio, tra chi se ne è occupato ultimamente sul web in maniera critica, è il nuovo blog «Affetti musicali» (ascolti, letture e incursioni di un ascoltatore curioso della musica classica) del giornalista-musicista Antonio Criscione, che ha debuttato col titolo «Il secolo d'oro del violino», ovvero: riflessioni su una discutibile classifica sui migliori 25 violinisti di tutti i tempi. Ma ri-partiamo dallo strumento. Mi cantino.

Inventato nel XVI secolo, ha attraversato la storia «facendosi dedicare» musiche dai più diversi compositori. Da Bach a Berg passando persino dal sommo «maniaco» del pianoforte Chopin. Non c'è grande maestro che non abbia vergato un brano per questo nobile cordofono. Da Verlaine a Pessoa passando per Rimbaud: non c'è penna, infatti, che non abbia versato inchiostro per lui. E che dire di Chagall, Botero e Braque. Artisti e pittori lo hanno rappresentato facendo sognare. E ancora al cinema che spasso, con The Soloist, Il violinista del diavolo e Il violino rosso.

Ma perché tanto fascino? Ognuno dice la sua per rispondere, ma una cosa è certa: sta sempre

in mezzo ricordato, citato e decantato. «Uomo e donna diceva lo scrittore Carlo Dossi - complètansi vicendevolmente, come il bottone e l'occhiello, come il violino e l'archetto, come il seme e la terra». Cadenza perfetta.