Salone del Mobile

Un Fuorisalone per Expo? Per ora soltanto un sogno

Parla Gilda Bojardi, ideatrice della guida di Interni: «Feci proposte alla Regione, ma il progetto è fermo»

Malgrado la crisi che sul settore del Mobile è più pesante che mai - negli ultimi cinque anni il fatturato è crollato da 42,5 miliardi a 27,2 miliardi (-36%) e soltanto nel 2012 hanno chiuso 14.676 imprese - la settimana del design è partita sotto la buona stella dell'ottimismo. E a ben donde, visto che anche quest'anno stanno affluendo in città quasi 400mila persone tra addetti ai lavori, creativi e appassionati da tutto il mondo. Il Salone di Rho-Pero, motore primo della manifestazione, è ovviamente solo un anello della catena perchè il macrofenomeno che trasforma Milano per una volta all'anno in una piazza internazionale di cultura contemporanea è il prodotto (una volta tanto) di un lavoro di squadra.

Gilda Bojardi, direttrice della rivista Interni e ideatrice del fenomeno FuoriSalone, iniziato sperimentalmente nel 1990 e che si svolge ogni anno in concomitanza della Fiera, è uno dei grandi protagonisti di questa stagione. Proprio lei, non a caso, fece parte del comitato scelto dall'ex governatore Formigoni per le cosiddette «grandi firme» dell'Expo 2015. Compito del team quello di aiutare a coinvolgere il meglio dell'Italia e costruire un palinsesto unico, capace di affascinare i visitatori che arriveranno in Italia durante i 183 giorni dell'evento. In questi giorni, la Bojardi presenta alla Statale la sua sesta mostra annuale, «Hybrid architecture e design», che rivisita il tema del «metisage», risposta creativa al melting pot. «Si parla di ibrido, contaminazione e contagio perchè è dall'incontro tra diverse culture che si scatenano nuovi processi artistici».

Ma il vero punto è: a poco più di un anno dal fatidico Expo, quali opportunità reali può assorbire dal Fuorisalone una città che si appresta ad accogliere venti milioni di visitatori con una media di 160mila persone al giorno? «A suo tempo fui consultata e ho proposto il mio contributo con una serie di punti» dice Gilda Bojardi che anche quest'anno ha creato una guida (anche online) sugli oltre 400 eventi che la città subirà festosamente in meno di sette giorni. Il suo contributo, forte di 13 anni di esperienza sul territorio, potrebbe (sarebbe potuto) rivelarsi prezioso.

«Il punto è che la questione si è arenata dal momento che quel comitato, istituito da un commissario generale che non esiste più, risulta di fatto congelato». Anche perchè a tutt'oggi, l'unico interlocutore resta il commissario straordinario Expo, alias il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. «Il problema è che attualmente, anche per il cambio di governance alla Regione, non se ne sa più nulla». Ovvero non si sa se quelle proposte restano ancora valide o siano passate in cavalleria. «Con la Regione ci eravamo candidati per coordinare il programma di eventi del “Fuoriexpo“, legati al design e anche al food-design, visto che il cibo è il tema cardine della manifestazione. Non si tratta di un aspetto marginale - incalza la Bojardi - perchè Expo dura sei mesi e calendarizzare grandi eventi in città implica la stesura di accordi con le associazioni di categoria e le realtà imprenditoriali. Ovvero, un piano da programmare senza improvvisazioni».

Ma per il momento il «Fuoriexpo» può attendere.

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