Ci sono tre denunce per furto sulle scrivanie dei carabinieri della compagnia Duomo, tutte datate 21 ottobre 2018. Tre uomini derubati nel medesimo posto e nel medesimo lasso di tempo che si incontrano per sporgere querela insieme, dietro sollecitazione dei militari del nucleo Radiomobile che il giorno prima erano intervenuti appunto sul luogo del furto e avevano parlato con loro, le «vittime». Quel pomeriggio del 20 ottobre infatti i tre si sono ritrovati a guardarsi in faccia attoniti praticamente in contemporanea dopo aver trascorso un pomeriggio piacevolissimo che, da quel momento, per loro è ormai solo un pessimo ricordo. Siamo alla Spa dell'Armani Hotel di via Manzoni, intorno alle 18. Un manager, un avvocato e un libero professionista, dopo aver usufruito dei trattamenti estetici e terapeutici del centro, tornano negli spogliatoi. Peccato che quando si accingono ad aprire gli armadietti, con un codice prestabilito e assegnato dalla Spa dell'albergo al loro arrivo, non solo è sparito il contante ma anche due orologi.
«Io avevo usufruito di un trattamento benessere regalatomi dalla mia fidanzata - spiega una delle vittime -. Nell'armadietto non c'era la cassetta di sicurezza, ma vista la garanzia di sicurezza offerta appunto dal codice numerico personalizzato, una sorta di password, ho lasciato all'interno un orologio regalatomi da mio padre; lo stesso ha fatto un legale che aveva l'armadietto accanto al mio, riponendo sempre un orologio non preziosissimo ma di grande valore sentimentale. Quando abbiamo aperto gli sportelli, al termine della seduta nella Spa, digitando ciascuno il nostro codice personale, i portafogli erano stati spostati, mancava il contante sia a noi che a un terzo frequentatore della Spa con l'armadietto vicino al nostro e i due orologi non c'erano più».
Ma non avete notato niente di strano al vostro arrivo, chiediamo. «Il mio armadietto, dopo aver digitato il codice, non si chiudeva e io mi ero lamentato ad alta voce con una frase del tipo ma non si chiude!- continua il cliente -. Era stato in quel momento che un altro frequentatore della Spa, per me uno sconosciuto, mi aveva apostrofato, ora ripensandoci con eccessiva prontezza, suggerendomi di provarne un altro, che mi aveva indicato, perché - sosteneva lui - quell'armadietto non si chiude mai. Io chiaramente ho preferito non fidarmi di quello che a tutti gli effetti per me era un estraneo, così ho avvertito il personale della Spa che è arrivato e mi ha resettato il codice: dopo il loro intervento, l'armadietto si è chiuso e io ero tranquillo».
Al termine del trattamento ha trovato l'armadietto scassinato? «Ma no! Chi lo ha aperto, come è accaduto alle altre due vittime, deve aver usato un codice, una sorta di passepartout elettronico, perché non c'erano segni
di effrazione...».I carabinieri della «Duomo» hanno concentrato la loro indagine sui circuiti di videosorveglianza interno della struttura della Spa, ma anche sull'elenco delle persone che quel pomeriggio si trovavano lì.
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