«Saremmo dei pazzi se non sfruttassimo loccasione della vendita della Galleria». Lassessore lombardo al Commercio e turismo, Stefano Maullu, non ha dubbi a riguardo: Expo 2015 è alle porte e non ci si può presentare allappuntamento con il salotto buono della città in queste condizioni.
Assessore, quindi va bene la linea Tabacci?
«Gli unici lampi di una politica di centro destra in Comune li ha proposti lui. E poi la vendita è necessaria, lo dicono i fatti».
Però i suoi colleghi del Pdl a Palazzo Marino temono una svendita del patrimonio pubblico.
«Basta fissare i paletti giusti per evitarlo. Io credo invece che questo sia lunico modo per valorizzare la Galleria. Sulla forma del bando si può discutere».
Anche i commercianti sono preoccupati: molti di loro non riusciranno a sostenere un aumento dellaffitto.
«Gli affitti sono già stati aumentati un paio di anni fa dal Comune e in cambio non è stato dato alcun servizio aggiuntivo per giustificare canoni di locazione del genere».
Ci faccia un esempio di come la Galleria può migliorare grazie ai privati.
«Ad esempio dal punto di vista della sicurezza e del decoro. Il Comune non può permettersi i vigili? Una società potrebbe affidarsi a un servizio di vigilanza privato».
E garantire un «pubblico» selezionato.
«Se non altro evitare che il salotto bene di Milano sia preda di orde di tifosi ubriachi. O che gli abusivi cinesi si mettano, indisturbati, a vendere cianfrusaglie di fronte alle migliori boutique».
Quindi chiede di alzare il livello dei negozi?
«Senza dubbio. I turisti e chi viene a Milano per affari cerca i brand milanesi, vuole la moda di un certo livello, non quella dei negozi medi in franchising».
A parte Mc Donalds cosa toglierebbe dalla Galleria?
«Ad esempio la catena di Spizzico e Ciao, dove la gente va a mangiare la pizza al trancio».
E invece cosa aggiungerebbe?
«Aggiungerei le botteghe storiche. Questo credo debba essere uno dei paletti da inserire in un bando di gara. Poi andrebbero corretti tanti sprechi».
Sprechi? Di che tipo?
«È assurdo in Galleria ci siano ancora gli uffici dei consiglieri comunali, in stanze con i soffitti altissimi e in una posizione così privilegiata. In quegli spazi ci potrebbero essere show room, spazi commerciali, così come avviene a Parigi con i magazzini La Fayette».
Insomma, lei chiede di sfruttare tutto il potenziale della Galleria?
«È come se avessimo una Ferrari e la tenessimo in garage. Non facciamoci sfuggire unoccasione del genere».
Le piace la proposta di Santo Versace ed Altagamma?
«Si può discutere su tutto, limportante è che non si dica no a priori. Lidea è buona, non va stoppata per le polemiche dei commercianti».
Ora alle 21 in Galleria è tutto chiuso. È uno spreco anche questo?
«Direi. Quello è un luogo che deve vivere 24 ore su 24. Anzi, la Galleria ha un bisogno disperato di vivere la sera. Può essere un ottimo trait dunion tra il museo del Novecento e la Scala. E migliorare tutto il centro, evitando le pecche di adesso».
Quali pecche?
«Penso alle vie attorno: via Silvio Pellico o via Ugo Foscolo. Ci sono palazzi da risistemare e situazioni di degrado. Tutta quella zona potrebbe essere riqualificata».
Quindi non vede effetti collaterali nella cessione ai privati?
«Il 51% resterebbe in capo al Comune e poi la Galleria è comunque un patrimonio di tutti, un bene inalienabile».
Non vede il pericolo della realizzazione di un prodotto a misura di turista?
«Vedo solo la realizzazione di un posto straordinario, che sarà il primo luogo che i turisti vorranno visitare. Sappiamo che gli stranieri vengono a Milano per la cultura e per i brand della moda. Ecco, in Galleria e in centro troveranno tutto questo».
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