Rocker eclettico ma soprattutto artista curioso e lungimirante Joe Jackson. Non solo insieme a Elvis Costello e Graham Parker fu protagonista della New Wave britannica, ma in un anno come il 1982 ebbe il coraggio di dire che il rock «era morto» e di incidere l'album Night and Day dedicato a Cole Porter e alla cosiddetta musica di Tin Pan Alley. «Il rock non deve essere una prigione - disse allora Jackson - c'è tanta buona musica cui ispirarsi». Ora, dopo che quell'album è stato un grosso successo - con scalata delle hit parade e due nomination ai Grammy - Jackson, che è abituato a stupire e spiazzare (ha registrato anche il cd Body and Soul, una delle più famose ballate jazzistiche interpretata da tutti, da Coleman Hawkins a Ella Fitzgerald) esce con il disco The Duke, dedicato a Duke Ellington, e lo porta in tournée in Italia.
L'artista farà tappa domani a Milano, per i «lunedì off» del Teatro Nazionale. Con la sua sensibilità e la sua follia, Jackson rilegge «il Duca» in modo imprevedibile e inedito. Compito che farebbe tremare i polsi a chiunque, ma l'artista inglese dice tranquillamente: «Ho una venerazione per Duke Ellington, uno dei miei veri eroi musicali, ma questo disco non vuole essere solo un omaggio deferente ma una vera reinterpretazione, spero di esserne stato all'altezza». A giudicare da pubblico e critica il lavoro è molto ben riuscito, anche perché Jackson ha giocato d'azzardo invitando nel disco un personaggio cone «l'iguana» Iggy Pop, The Roots, il virtuoso della chitarra Steve Vai, la cantante iraniana (che interpreta la gloriosa Caravan) Sussan Deyhim, la cantante soul leader dei Dap Kings Sharon Jones. Un cocktail colorito e sofisticato che mescola il jazz con la canzone d'autore. «Non sono un jazzman - dice Jackson - ma ho voluto provare a dare la mia visione della musica di Duke Ellington, uno dei più grandi innovatori della musica moderna non solo in ambito jazz».
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