Già 5mila nomadi in città Con la giunta arancione Milano terra di conquista

Già 5mila nomadi in città Con la giunta arancione  Milano terra di conquista

Non siamo ancora a livelli di quattro anni quando il prefetto Gian Valerio Lombardi fu nominato commissario straordinario all’emergenza nomadi, ma ci stiamo andando pericolosamente vicini. Se allora infatti in città si contavano 6/8mila zingari, scesi a 1.500 in un paio d’anni, adesso siamo probabilmente attorno alle 4/5mila unità. Mancano, è vero, i numeri ufficiali, ma basta dare un’occhiata in giro per rendersi conto del boom di mendicanti e lavavetri e di piccoli insediamenti che ormai stanno arrivando a lambire il centro storico.
La crisi scoppiò in città nel 2007 quando la stima più prudenziale indicava la presenza di 6mila zingari tra regolari, circa un quarto, e abusivi. Anche se forse erano almeno duemila in più. Allora si contavano 7 campi sosta autorizzati ma ben 19 abusivi, più una miriade di micro insediamenti, spesso solo con un paio di famiglie. In quel periodo il numero di reati predatori era arrivata a livelli spaventosi. Tra questi, molti crimini di grave allarme sociale, come aggressioni e stupri di donne, sorprese sole per strada. Il 21 maggio 2008, il Governo dichiarò lo stato di emergenza per Milano, Roma e Napoli, nominando i rispetti prefetti commissari straordinari.
Il quel periodo era vice sindaco Riccardo De Corato, che armò i vigili di elmi e scudi, li mandò a sgomberare i campi abusivi, seguendo poi i nomadi fin oltre i confini della città. In pochi mesi si arrivò a 500 interventi e il numero di rom sul territorio comunale iniziò a scendere rapidamente. Il Comune il 10 novembre 2011 contò 1.353 presenze regolari più 150 di abusivi. Cifra confermata a fine ottobre 2010 dal prefetto Lombardi, fissando la presenza complessiva dei nomadi, tra città e provincia, in 2.500 unità. Un numero comunque sufficiente a gravare sui bilanci delle pubbliche amministrazioni. Mediamente la sola Amsa spendeva 200mila euro per raccogliere e smaltire i rifiuti lasciati nei cassonetti nei pressi dei campi autorizzati. Ma ben 800mila per ripulire gli insediamenti abusivi e poi bonificarne l’area.
In questi ultimi mesi però con l’arrivo della giunta «buonista» di Giuliano Pisapia, le cose sono cambiate, come lo stesso sindaco ha spiegato in un’intervista rilasciata in gennaio a Famiglia Cristiana. Così le parole d’ordine diventano: finanziare percorsi di reinserimento ed evitare gli sgomberi attraverso «soluzioni condivise». Come si è visto la settimana scorsa per lo sgombero dell’area sotto il cavalcavia Bacula: un’ottantina di persone, diventate trenta all’arrivo dei vigili.
Il risultato di questa politica è sotto gli occhi di tutti: i 1.500 regolari di due anni fa sono rimasti stazionari, mentre al loro fianco si sono aggiunti almeno altri 3/4mila abusivi, quasi tutti distribuiti in piccoli campi di poche unità che sono ormai arrivati a ridosso del centro. E le strade di Milano hanno ripreso a riempirsi di mendicanti e lavavetri, tutti rigidamente intruppati in feroci racket criminali.

Gestiti da piccoli boss che si dividono rigidamente il territorio e altrettanto rigidamente il controllo delle loro vittime, donne, vecchi e bambini, regolarmente sottoposte a violenze e torture se non guadagnano abbastanza. Alla faccia del buonismo.

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