Giù dalla Torre Isozaki, il giallo dei 3 paracadutisti

Giù dalla Torre Isozaki, il giallo dei 3 paracadutisti

Emuli di Maurizio Di Palma, il tornitore trentino noto per i suoi lanci spericolati da monumenti in giro per il mondo e che due anni fa si era lanciato all'alba dalle guglie del Duomo? Oppure qualcuno ha preso un abbaglio? Ha ancora diversi lati oscuri quel che è accaduto l'altra notte in via Senofonte, a Citylife, zona dell'ex-Fiera in riqualificazione. Quando tre persone si sarebbero arrampicate fino al 50esimo piano della Torre Isozaki e poi lanciate con il paracadute, con addosso un casco munito di telecamera per immortalare la loro impresa. A notare per primo che qualcuno era salito e si era buttato dal «Dritto» - così è soprannominata la torre progettata dall'architetto giapponese Arata Isozaki e dall'architetto italiano Andrea Maffei e che con i suoi 207 metri da terra è il grattacielo più alto d'Italia - è stato un venezuelano 43enne. Intorno a mezzanotte il sudamericano, dalle finestre del suo appartamento, si sarebbe accorto dei movimenti di tre persone all'ultimo piano del grattacielo. L'uomo sostiene di aver visto due paracadutisti in volo e un terzo già in fase di atterraggio, con il paracadute aperto. I tre, si sarebbero poi allontanati verso piazza VI Febbraio. Quando è arrivata la squadra investigativa del commissariato Sempione non c'era più nessuno. Tuttavia, nonostante la zona sia piena di telecamere, i responsabili di Citylife e della Colombo, impresa che sta completando la costruzione del grattacielo, dopo aver trascorso tutta la giornata di ieri a visionare i filmati, non hanno riscontrato segni di effrazione nell'area protetta dal servizio di guardiani 24 ore su 24 e nessun paracadutista è stato immortalato.

All'alba del 5 luglio 2013 Maurizio di Palma - originario della provincia di Trento, jumper professionista, allora 34enne - dopo aver passato una notte tra le guglie del Duomo si lanciò con una

piccola vela sul sagrato, mentre due amici filmavano tutta la sequenza con macchine fotografiche e telecamere. Quindi, entrato in metrò e raggiunta la stazione Centrale, aveva preso il treno ed era arrivato in orario al lavoro.

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