Cronaca locale

Il "giorgettiano" di Lodi e Letizia come alleata. Ecco la Lega di governo

Le ultime mosse della Regione e i due innesti prefigurano un cambio di pelle del Carroccio

Il "giorgettiano" di Lodi e Letizia come alleata. Ecco la Lega di governo

È un rimpasto foriero di prospettive e percorsi interessanti anche per la Lega, quello che ieri è stato presentato. Uno di questi possibili «percorsi» parte ovviamente da Milano, città di Letizia Moratti, per arrivare nel Lodigiano, un territorio provinciale fra i più piccoli della Lombardia che da oggi esprime due assessori: oltre a Pietro Foroni anche Guido Guidesi, nuova entrata nella giunta di Attilio Fontana.

Milano, città simbolo della cultura di governo, nel corso del 2021 metterà in palio la sua fascia tricolore, indossata dal 2006 al 2011 proprio da Letizia Moratti, ricordata come «il sindaco di Expo». La nuova vicepresidente della Regione arriva a Palazzo Lombardia grazie un'intuizione del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ma il suo innesto è accolto con sollievo dall'intero centrodestra, in particolare da una Lega ansiosa di incrementare il suo appeal elettorale - a partire dalle Comunali - ma anche di rafforzare il suo profilo di governo (in Lombardia e non solo) e la sua capacità di dialogo con mondi che finora sono sfuggiti all'interlocuzione col Carroccio.

E a proposito di cultura di governo, come detto, qualcosa di rilevante si rintraccia seguendo il tragitto ideale che arriva a Lodi. Nella cittadina, antico feudo democristiano, si narra una battuta attribuita ad Age Bassi, amico del cantore massimo della Pianura Padana Gianni Brera ma soprattutto scrittore e storico. Riportata dal vaticanista lodigiano Giuseppe De Carli, la storiella suonava più o meno così: «Trovare dei lodigiani sulla cima dell'Everest è complicato, ma nel campo base ci sono sicuramente». Evocata oggi a Lodi con legittimo orgoglio, l'immagine sta a rappresentare la capacità organizzativa dei lodigiani, fatta di spirito pratico e di lavoro in squadra. Qualità, queste, che vengono riconosciute appunto anche al nuovo assessore, Guido Guidesi, e si ritrovano in modo bipartisan. Pur nella fisiologia dello scontro politico, il Lodigiano ha una peculiare capacità di unirsi per difendere il territorio, dai leghisti a Lorenzo Guerini, che è stato sindaco, presidente della Provincia e oggi è ministro della Difesa. E non è un caso che fra le prime dichiarazioni di «buon lavoro» rivolte a Guidesi sia arrivata quella di Patrizia Baffi, consigliera oggi nel gruppo misto (è stata eletta col Pd) che è di Codogno, la cittadina in cui è nato anche Guidesi che è assurta a simbolo della primissima battaglia contro il Covid, col suo un'ammirevole spirito civico. Baffi descrive Guidesi come «un uomo che unisce all'esperienza politica e alla preparazione la grande dote del pragmatismo». «Nonostante la carriera politica che lo ha portato a Roma - spiega - riconosco che Guidesi ha mantenuto questo linguaggio pragmatico e questa attitudine a occuparsi con spirito pratico dei problemi».

Cresciuto nella vicina San Rocco al Porto, Guidesi è un ragioniere amministrativo, ma la «rete» narra che abbia fatto anche il commesso e il magazziniere, prima di lavorare come fiscalista alla Confartigianato e come impiegato alla Banca di Credito Cooperativo Centropadana. Eppure questa sua attitudine pragmatica non è solo un tratto personale. Poco incline all'esibizionismo e all'uscita «parolaia», Guidesi è considerato vicino a Giancarlo Giorgetti, da sempre «cervello» della Lega e consigliere per antonomasia dei vari leader, oltre che sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio col primo governo Conte. Proprio Giorgetti ha chiamato Guidesi a Palazzo Chigi e un segnale del possibile futuro definitivamente «non populista» della Lega, in questi giorni in cui i populismo pare in crisi anche negli Usa, è considerato anche l'arrivo di un «giorgettiano» a Palazzo Lombardia. Ritorno, più che arrivo, visto che Guidesi in Regione ha già lavorato, anche nello staff di Gianni Fava, assessore e poi sfidante di Matteo Salvini per la segreteria della Lega. Un'amicizia, quella per Fava, che non lo ha penalizzato.

A riprova ulteriore della sua qualità politica.

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