È stato espulso dall'Italia per motivi di sicurezza nazionale, con un volo diretto a Tunisi, un cittadino tunisino, 35enne, pluripregiudicato, irregolare e senza fissa dimora. Con il rimpatrio di ieri, il diciassettesimo del 2017, salgono a 149 i soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso espulsi con accompagnamento dal gennaio 2015. La Questura di Milano aveva già rifiutato il permesso di soggiorno all'uomo perché irregolare, successivamente era stato segnalato a Monza ma senza fissa dimora.
A suo carico risultavano reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti, inoltre, nell'autunno del 2016, era stato segnalato dai servizi di intelligence perché si era avvicinato da pochi mesi alla religione islamica, manifestando segnali di radicalizzazione. Animato da profondi sentimenti di odio nei confronti dell'Occidente, il tunisino aveva anche coltivato l'aspirazione di raggiungere la Siria per unirsi alle milizie dello Stato Islamico.
Bisogna estirpare il fenomeno alla radice per Paolo Grimoldi, Segretario della Lega Nord: «Occorre risalire ai cattivi maestri, a chi indottrina e radicalizza queste persone trasformandoli in potenziali jihadisti, e ai loro finanziatori che li foraggiano. Per questo serve un giro di vite sulle moschee, soprattutto su quelle abusive, e sui centri culturali islamici, serve sapere chi sono gli imam, da dove provengono e da dove provengono i finanziamenti di questi centri. Ma per fare tutto questo servono più uomini, più mezzi e più risorse, in particolare in Lombardia che, come dimostrano gli oltre venti tra espulsioni o arresti nell'ultimo anno, è diventata l'epicentro dell'attività jihadista in Italia».
Ma a essere preoccupati per l'ondata massiccia di sbarchi che continuano ad aumentare (+56% rispetto allo scorso anno) e al rischio potenziale di terrorismo, non sono più solo gli italiani, ma anche gli stranieri residenti nel nostro paese. «Ormai anche gli immigrati residenti in Lombardia chiedono in netta maggioranza e in maniera convinta lo stop a nuovi arrivi e controlli alle frontiere, in quanto ritengono che tra i cosiddetti migranti si nascondano persone potenzialmente pericolose» rivela l'assessore alla Sicurezza e immigrazione della Lombardia Simona Bordonali citando i dati raccolti dall'Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità e contenuti nel rapporto 2016 «L'immigrazione in Lombardia». Dalla rilevazione ORIM (campione di 3.303 unità su scala regionale), infatti, emerge come il 54 per cento degli immigrati lombardi sia favorevole all'accoglienza solo per chi scappa da guerre e persecuzioni e un ulteriore 12 per cento crede che non si debba più accogliere alcun migrante.
Solo il 34 per cento degli stranieri ritiene che sia necessario accogliere tutti. Cinquantasei immigrati su 100 sono molto (25%) o abbastanza (31%) d'accordo sul fatto che tra i migranti si nascondano terroristi e delinquenti.MBr
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