Sala trova un'altra scusa per salvare i centri sociali

La linea soft della giunta per le occupazioni abusive: "Niente sgomberi se non ci sono progetti sul riutilizzo degli immobili"

Sala trova un'altra scusa per salvare i centri sociali

Una mappatura dei centri sociali e delle occupazioni abusive, almeno per quanto riguarda gli immobili di proprietà del Comune. E la descrizione del percorso che Palazzo Marino sta seguendo e intende seguire in futuro per affrontare il problema. Una via complessa e tortuosa, quella descritta ieri dal vicesindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo, di cui gli sgomberi sono solo una tappa. Per questo i tempi si preannunciano dilatati.

Ieri Scavuzzo ha affrontato il nodo nella Commissione consiliare congiunta Sicurezza e Periferie, incalzata dalle questioni sollevate dall'opposizione. «Uno dei problemi alla base sono i minori investimenti su immobili abbandonati - dice il vicesindaco -, sia da parte del Comune sia da parte del proprietario privato. In particolare in periferia». Sulla liberazione degli stabili occupati abusivamente: «In primo luogo gli oneri per la messa in sicurezza, dopo lo sgombero, sono pesanti». Soprattutto, argomenta l'assessore, lo sgombero non può essere fine a sé stesso. «Va fatto in presenza di una prospettiva per il dopo. Di un progetto per la rigenerazione e la ri-funzionalizzazione dell'immobile». In caso contrario chi lo occupava, a maggior ragione se si tratta di un gruppo organizzato, non farà altro che tornarci. O magari occupare la palazzina di fianco. La mappatura, ammette Scavuzzo, è «corposa». I luoghi di proprietà del Comune sono quelli noti: il Remake nell'ex scuola Omero, le ex docce di via Esterle, il Lume a Porta Venezia, la Cascina Torchiera, il Macao di viale Molise, il Cox 18 di via Conchetta, Villa Vegan in via Litta Modignani, uno degli spazi della Fabbrica del Vapore, lo Zam di via Sant'Abbondio. Si aggiungono gli stabili occupati di proprietà privata. «Tutte situazioni all'attenzione della Prefettura - continua il vicesindaco -. Ma dopo l'allontanamento, occorre avere già i fondi per la messa in sicurezza e poi procedere alla messa a bando e alla riassegnazione. Sul modello Palasharp». Un piano, quello descritto, senza il quale dunque Palazzo Marino non intende muoversi. «La volontà politica di mettere fine alle occupazioni non manca - chiosa Scavuzzo - e infatti allontanamenti ne abbiamo fatti. Ma il percorso non è certo facile».

I consiglieri di opposizione, Alessandro De Chirico (Fi) e Gabriele Abbiati (Lega) tra gli altri, hanno sottolineato che il segnale che arriva ai cittadini è molto diverso dai contenuti che escono dai tavoli istituzionali. Che ci sono privati disposti a investire sulla messa in sicurezza e sulla riqualificazione che aspettano solo un via libera dal Comune. O comitati di quartiere pronti a riutilizzare gli immobili. Infine la questione del commercio abusivo di alimenti e prodotti negli spazi occupati. Indisturbata, secondo l'opposizione.

«Da questo punto di vista - conclude l'assessore - la priorità è intervenire in via delle Puglie, dove la situazione è ormai intollerabile (con il mercatino delle pulci e quello che lo circonda, ndr). Crea disagio sociale, pericolosità e ostacola il traffico».

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